Pubblicato in: Devoluzione socialismo, Senza categoria, Unione Europea

Bloomberg sospetta che Salvini sostituirà Merkel come riferimento europeo.

Giuseppe Sandro Mela.

2019-01-29.

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Bloomberg si pone l’interrogativo se le elezioni europee di maggio possano sancire Mr Salvini come punto di riferimento europeo al posto di Frau Merkel: non è una domanda retorica, bensì una concreta possibilità.

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L’Unione Europea ha una struttura organizzativa complessa e spesso conflittuale, che ha generato inoltre un corpo burocratico ipertrofico quasi svincolato dal controllo politico. Non esiste una costituzione europea cui fare riferimento, ed i Trattati formano un corpo di oltre 170,000 pagine, tra testi, allegati, circolari esplicative, etc.

Il primo organo di governo è il Consiglio Europeo, ossia la riunione dei capi di stato e di governo dei paesi afferenti l’Unione. In quella sede l’indirizzo politico seguito da un capo di stato può condizionare le scelte, per esempio esercitando il diritto di veto. Molte decisioni possono essere prese a maggioranza qualificata.

Il secondo organo di governo è l’Europarlamento, eletto dai Cittadini europei a suffragio universale.

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In passato il quadro politico era davvero molto stabile. Si era determinata una Große Koalition tra il partito popolare europeo e quello socialista, maggioranza che ha solidamente retto un buon ventennio. A latere, si era determinato un asse francogermanico. Questo era particolarmente forte perché francesi e tedeschi erano percentualmente molto numerosi nei due partiti egemoni. Nella pratica, Große Koalition ed asse francogermanico coincidevano.

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Negli ultimi anni il quadro politico è mutato, si potrebbe dire quasi mutato in senso biologico.

Sostanzialmente, l’attuale dirigenza europea ha fallito la politica economica ed ora l’Europa si trova a fare i conti con quasi il venti per cento della popolazione ridotta nella fascia della povertà. Non solo, In una realtà mondiale adesso tripolare, Cina, Russia a Stati Uniti, l’élite europea aveva nutrito l’ambizione di poter essere considerata un quarto polo. Ambizione smisurata, sogno fantastico.

Infine, negli ultimi cinque anni emerse chiaramente la conflittualità tra la gestione dei tribunali europei e quelli nazionali, nonché emersero tensioni sempre crescenti rispetto concezioni atee e religiose, tra la Weltanschauung dell’elite e quella dei popoli di molti stati, per finire poi sulle diatribe su come gestire le migrazioni, sempre che esse possano o debbano sussistere.

Questo coacervo di problemi, ai quali sarebbe da aggiungere l’arroganza sia dei francesi sia dei tedeschi, ha determinato in quasi tutti gli stati dell’Unione il sorgere e l’affermarsi di movimenti politici che propugnano il proprio retaggio religioso, storico, culturale e politico. Mr Orban identifica queste formazioni con il termine di ‘identitarie’, mentre i liberal socialisti li chiamano di volta in volta sovranisti, nazionalisti, populisti. Al momento attuale, sono undici gli stati ove i populisti sono al governo, essendo anche qello lettone passato di sponda.

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I liberal socialisti europei, unitamente ai liberal americani, hanno reagito mettendo in atto una conventio ad excludendum, con totale rigetto di quanto loro non congeniale, arrivando al punto di negare persino ogni qualsiasi forma di colloquio, quasi che gli identitari fossero degli ominidi di una razza inferiore: un vero e proprio atteggiamento razzista. Ma ciò che è peggio, nulla hanno fatto per risolvere i problemi che avevano generato la risposta identitaria.

I disastri elettorali di Frau Merkel sono sotto gli occhi di tutti e la hanno obbligata a non concorrere ulteriormente per la presidenza della Cdu. La situazione in cui versa Mr Macron è anche essa sotto gli occhi di tutti: convocando gli stati generali sta tentando di fare ora ciò che avrebbe dovuto fare due anni fa. Ma i Gilets Jaunes gli stanno con l’alito sul collo: politicamente sarà pure il presidente della Francia, ma conta ben poco. Hanno demonizzato gli identitari senza curarsi di migliorare lo stato economico, politico ed etico dell’Unione Europea: la conseguenza è i lcroll oelettorale.

Quanto valessero Mr Macron e Frau Merkel lo si è visto chiaramente al Meeting di Davos: nulla.

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Alla luce di quanto detto, la domanda che si pone Bloomberg è tutt’altro che campata in aria.

Mr Salvini è Ministro di un governo identitario populista della terza potenza economica e politica dell’Unione Europea. Ma questo sarebbe il meno. La sua posizione ferma nei confronti dell’eurodirigenza sui temi della migrazione e del bilancio statale gli hanno consentito di raddoppiare nel breve volgere di meno di un anno il consenso elettorale.

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È impensabile il governare senza supporto popolare.

Mr Macron e Frau Merkel lo hanno dovuto imparare a loro spese e, per disgrazia dei loro sudditi, anche a spese dei loro rispettivi popoli.

Più che Mr Salvini che rimpiazza Frau Merkel, sarebbe più aderente ammettere che la contrazione politica dell’asse francogermanico ha fatto emergere Mr Salvini.

In ogni caso, maggio è oramai vicino, ed in quella data ci si potrà contare.


Bloomberg. 2019-01-27. How an Italian Populist Wants to Oust Merkel as Europe’s Anchor

– Salvini strategist lays out European election ambitions

– Sets 30 percent of Italy’s vote in May as the benchmark

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Matteo Salvini’s bold ambition is to replace Angela Merkel as the cornerstone of Europe’s political order, using elections in May as the sharp edge.

After riding to power last year on a populist groundswell, the Italian deputy prime minister is taking his campaign to remake the European Union along more nationalist lines to the next level, according to his strategist Guglielmo Picchi, a former Barclays Plc investment banker.

Salvini reckons that if Europe’s populists do well in European Parliament elections in May and his League secures 30 percent support in Italy, he’ll have the leverage to bend the establishment to his agenda, said Picchi. That would require almost doubling the share of the vote his party won in the last general election in March.

“Then, just as Merkel was Europe’s guide for many years, now it will be Salvini,” Picchi, now an undersecretary at the Italian Foreign Ministry, said in an interview. “Everyone will have to talk to Salvini. His leadership will no longer be just Italian, but European too.”

‘Insult Me’

Taking on Merkel, French President Emmanuel Macron and what he portrays as an EU that doesn’t serve Italian interests has become a hallmark for Salvini, 45, who has shot from relative obscurity to dominant government partner in a politically fragmented country.

While EU government leaders wield broad powers, the new crop of European lawmakers will have a say in shaping the European Commission, the bloc’s executive arm, and thus influence policy.

Obstacles include divergent interests among Europe’s populist parties and Germany’s formidable economic clout, but that isn’t holding Salvini back. At a rally on Saturday, Salvini blasted prosecutors in Sicily, who have opened an investigation into his refusal to let a migrant ship dock last summer.

“I’ll give you my word,” he told cheering supporters in Milan. “They can insult me, they can threaten me, they can put me under investigation, they can arrest me but I’ll go straight ahead continuing to defend the borders of this country.”

Across Europe

Salvini has found some common ground with French nationalist Marine Le Pen, met Jaroslaw Kaczynski of Poland’s governing party and is reaching out to Alternative for Germany co-leader Alice Weidel, Sweden Democrats chief Jimmie Akesson and Geert Wilders in the Netherlands.

Polls suggest support for Salvini’s party has surged to more than 32 percent, which compares with 17.4 percent in last year’s election and is above the threshold set by Picchi.

Even so, surveys indicate populist parties across the EU will probably win less than a third of the European Parliament’s seats, JPMorgan economist David Mackie said in a note.

“Due to the disparate nature of political parties, the lack of a common agenda, and the nature of the European Parliament’s power, there is a limit to what populists can achieve,” Mackie said.

Salvini says the election will be “the battle of battles” against interfering EU bureaucrats in Brussels, a failed liberal establishment and the French-German axis. Any score over 30 percent in May would be “a sensational success” for the League, said Picchi, who’s a League emissary to EU populist parties.

If Salvini does shine in May, he’ll have a packed agenda for change, including a redoubled effort to ease euro-area fiscal rules for Italy’s benefit.

“We won’t leave the euro, but we want to revise the treaties, we want new rules on countries’ budgets and deficit limits,” Picchi said. “If you’re in a recession, you have to allow an expansionary budget.”