Pubblicato in: Devoluzione socialismo, Energie Alternative, Geopolitica Mondiale, Putin, Unione Europea

Putin e Merkel. Una strana telefonata. Help me, please, Mr Putin!

Giuseppe Sandro Mela.

2017-07-01.

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I rapporti tra Mr Putin e Frau Merkel sono tutto tranne che cordiali.

Ma potrebbero, usiamo il tempo condizionale ed il verbo ausiliare di potenzialità, anche subire variazioni. Verosimilmente in peggio.

I problemi esistenti sono molti e variegati nelle loro interazioni.

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Putin incontra Merkel: «Ue non si intrometta in affari Russia»

«Vladimir Putin e Angela Merkel hanno affrontato il tema delle proteste in Russia e il presidente russo ha sottolineato che la reazione delle forze dell’ordine è stata «più moderata e liberale» che in alcuni Paesi europei. Putin poi ha sottolineato che come la Russia «non interviene negli affari interni di altri Paesi»: sarebbe il caso, ha sottolineato, che gli altri «non s’intromettessero» nella vita politica interna russa. ….

La cancelliera tedesca Angela Merkel, esprimendo la sua preoccupazione per le notizie relative a violenze e abusi a danno di omosessuali, in particolare in Cecenia, ha chiesto al presidente russo Vladimir Putin di «usare la sua influenza» per mettere fine a queste violazioni.»

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Putin a Merkel: ‘Nostra polizia più moderata di alcuni Paesi Ue’

«La cancelliera tedesca Angela Merkel in visita a Sochi ha chiesto al presidente russo Vladimir Putin di “proteggere i diritti dei gay in Cecenia”, dopo la denuncia di Novaya Gazeta. Nel corso della conferenza stampa congiunta si è anche parlato delle proteste in Russia ed il presidente russo ha sottolineato che la reazione delle forze dell’ordine è stata “più moderata e liberale” che in alcuni Paesi europei. Putin poi ha detto che come la Russia “non interviene negli affari interni di altri Paesi”: sarebbe il caso, ha sottolineato, che gli altri “non s’intromettessero” nella vita politica interna russa.»

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Putin a Merkel: «Reazioni polizia a proteste più moderate che in Ue, altri Paesi non si immischino»

«Faccia a faccia fra i due leader a Sochi, il presidente russo: «Forze dell’ordine in Russia più moderate che in altri Paesi europei». La Cancelliera tedesca: «Per togliere sanzioni a Mosca necessario rispetto di accordi di Minsk sull’Ucraina …. Si è parlato delle recenti proteste in Russia, ma anche delle sanzioni a Mosca, nel faccia a faccia fra il presidente Vladimir Putin e la Cancelliera tedesca Angela Merkel a Sochi. La reazione della polizia alle proteste in Russia è «più moderata e liberale» che in alcuni Paesi Ue ha sottolineato Putin ribadendo come Mosca «non interviene negli affari interni degli altri Paesi» e sarebbe il caso che anche le altre nazioni «non si intromettessero» nella vita politica russa.»

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La Merkel, inconsapevole fin dall’inizio, sta diventando disperata

«- La Merkel è una pasticciona gravemente sopravvalutata. È da lungo tempo la babbea di Washington ed ha urtato contro l’implacabile muro di pietra della posizione di Putin sull’Ucraina, dove lui ha le carte migliori.

– Presa fra i due, sta iniziando a creparsi, sia politicamente che emozionalmente.

– I suoi oppositori interni odorano il suo sangue.»

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Se è vero che in Francia Mr Macron ha vinto le elezioni presidenziali ed il suo partito ha conquistato la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale, se è vero che la Bundeskanzlerin Frau Merkel ha ottime probabilità di essere riconfermata alla cancelleria alle elezioni di settembre, è anche vero che questi due paesi, specie poi la Germania, sembrerebbero essere sempre più isolati nell’ambito internazionale.

La Germania ha un pil 2016 di 3,466,639 milioni Usd e la Francia di 2,463,222: essendo il pil mondiale 2016 di 75,278,09 milioni Usd, Germania e Francia rendono conto del 4.6% e del 3.27%, rispettivamente.

Ma se si prendessero in considerazioni le spese militari, si dovrebbe constatare come gli Stati Uniti spendano nel 2017 611.2 miliardi Usd, mentre la Germania ne spende 41.1 e la Francia 55.7. La conseguenza è semplice: gli Stati Uniti contano come potenza militare, mentre Francia e Germania contano poco meno di nulla.

Non solo. Francia e Germania, la Macron & Merkel Masonry Ltd, non è riuscita a prendere atto del cambiamento epocale avvenuto negli Stati Uniti con l’ascesa di Mr Trump, e si sono poste in rotta di collisione con quella che fu la potenza mondiale loro patrona. I rapporti con gli Stati Uniti sono, quanto meno, gelidi, e gli Stati Uniti, al di là delle belle parole, non hanno nessuna intenzione di correre il rischio di una guerra globale per difendere l’Europa.

G20. Il cuoco servirà cosciotti Merkel mit bratkartoffeln.

Merkel. «Tedeschi, volete ‘clima’ od acciaio?»

Energie alternative e sussidi di stato. Fallimenti, manutenzione e ricambi.

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La Bundeskanzlerin Frau Merkel ha rilasciato icastiche dichiarazioni:

«we Europeans must really take our fate into our own hands» [Bundeskanzlerin Frau Merkel – NYT]

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«really take our fate into our own hands.» [Bundeskanzlerin Frau Merkel – NYT]

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«I believe that climate change is certainly caused by humans» [Bundeskanzlerin Frau Merkel – Ccn]

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«The Paris deal isn’t just any other deal. It is a key agreement that shapes today’s globalization» [Bundeskanzlerin Frau Merkel]

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Ma tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare.

Sulle attuali difficoltà dell’Unione Europea forse il più onesto è stato JC Juncker:

«Bisogna smetterla di parlare degli Stati Uniti d’Europa,  la gente non li vuole» [JC Juncker]

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Cerchiamo di sintetizzare per sommi capi.

– Se è vero che Mr Macron e Frau Merkel sono egemoni nei loro rispettivi paesi, in campo internazionale contano ben poco, per non dire frasi impietose.

– In seno all’Unione Europea sicuramente Francia e Germania hanno un grande peso, ma ogni giorno che passa si ingrossano le file dei paesi scontenti della loro politica estera e di quella economica. I paesi del Visegrad sono in rotta di collisione.

– La situazione economica dell’Unione è molto meno florida di quanto possa sembrare. Ma le apparenze non vicariano certo la sostanza. L’Ecb a breve dovrà cessare i QE ed i tassi mondiali stanno lentamente innalzandosi.

– Olanda, Spagna, Italia e Grecia hanno governi altamente instabili e provvisori. Economicamente parlando, sono bombe ad orologieria.

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La Germina poi ha una lunga serie di problemi conflittuali.

– I titoli riportati evidenziano quanto Frau Merkel abbia evidenti problemi sessuali irrisolti: sarebbero fatti suoi, ma lei li butta in politica estera come se fossero prioritari, e questo irrita le controparti.

– Frau Merkel, da brava femmina petulante, vorrebbe sempre mettere il naso in affari non suoi: non a caso Mr Putin le ha risposto «come la Russia “non interviene negli affari interni di altri Paesi”: sarebbe il caso, ha sottolineato, che gli altri “non s’intromettessero” nella vita politica interna russa.» Roba da sprofondare venti metri sotto terra.

– Frau Merkel ha la maglietta sporca. A parole invoca sanzioni sempre più rigide nei confronti della Russia, poi, sottobanco, importa quote molto consistenti di gas russo, di cui non può farne a meno. Non solo: ha imposto agli altri paesi EU, tranne la Francia, di star fuori dall’affaruccio del Nord Stream 2, che fa le corna all’amata Ukraina, e le sue ditte commerciano alla grande proprio con quella Russia che a parole Frau Merkel sanziona. Se è vero che le femmine sono doppiogiochiste nate, a Frau Merkel nessuno potrebbe negarle un morbo di Jacobs, una trisomia X. Ma adesso Mr Trump ha fatto fare una legge che sanziona anche tutte le ditte che hanno simili mercimoni con la Russia: un uppercut in volto alla cancelliera, che ha reagito come una gallina spennacchiata.

– E poi, Frau Merkel: ma il gas naturale non era inquinante? E come la si mette con l’Accordo di Parigi?

– Ma il ‘clima‘ è il grande amore di Frau Merkel. Piccolo particolare: è un topic oramai abbandonato dagli Stati Uniti, che si sono ritirati dall’Accordo di Parigi. del ‘clima‘ non gliene interessa nulla. Ma la confindustria tedesca è in rivolta.

Francia e Germania piangono non sul clima ma sull’Unep. Un gran bel gruzzolo.

Questa Unione Europea si sta collassando. – Handelsblatt.

Germania. Trump ha ragione. – Handelsblatt.

Industriali tedeschi: Trump ha ragione e Merkel torto. – Handelsblatt.

Handelsblatt. Ciò che rendeva forte la Germania ora la rende vulnerabile.

Il problema è banale. L’economia tedesca e le sue esportazioni sono strettamente connesse al business del ‘clima‘: senza questo paravento di sordide manovre economiche e commerciali l’economia tedesca corre il rischio di crollare come un castello di carte.

Merkel’s House of Cards

Questo è uno dei recenti titoli di Handelsblatt, il giornale della confindustria tedesca.

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I tempi mutano rapidamente ma Frau Merkel resta impavida a difendere il giurassico dei suoi sogni.

Eppure i messaggi di chiarimento sono evidenti, il mondo è cambiato. Uno per tutti:

Deutsche Bank rejects Democrats’ call for Trump finance details

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Conclusione.

Vedremo al prossimo G20 cosa saprà fare Frau Merkel, ma la vediamo male, molto male, cosa che poi non spiace mica a molta gente.

Frau Merkel è isolata, e tutti sanno che è una perdente, anche se poi vincerà una cancelleria svuotata di reale potere.

Dubitiamo molto che Mr Putin si adoperi a suo favore.

Come prognostico si potrebbe suggerire che, come il G7 terminò come G1, anche il G20 terminerà allo stesso modo: G1 e G19.

                        


Kremlin. President of Russia. 2017-06-30. Telephone conversation with Federal Chancellor of Germany Angela Merkel

At the initiative of the German side, Vladimir Putin had a telephone conversation with Federal Chancellor of the Federal Republic of Germany Angela Merkel.

June 30, 2017 19:30

In anticipation of the G20 Summit to be held in Hamburg on July 7–8, the leaders discussed the main items on the forum’s agenda. They also spoke about the Paris Agreement on climate change and issues of bilateral cooperation.

Pubblicato in: Geopolitica Mondiale, Unione Europea

Germania e prossimo G20. Megalomania utopica di Frau Merkel.

Giuseppe Sandro Mela.

2016-12-02.

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Lascia fortemente perplessi che degli atei positivi che sostengono ed inneggiano a costumi depravati abbiano scelto l’inno Da Pacem Domine come canto di apertura del prossimo G20, da tenersi in Amburgo, Germania.

          Da pacem, Domine, in diebus nostris

          Quia non est alius

          Qui pugnet pro nobis

          Nisi tu Deus noster.

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L’inno confessa come l’essere umano abbia totale dipendenza da ed affidamento a Dio Creatore, che elargisce la sua pace, ben diversa da ciò che per essa intendono gli uomini. Il concetto cristiano di pace è la compenetrazione sacramentale nell’Altissimo, quello umano l’assenza di guerra armata. Nel primo caso la definizione è attiva, nel secondo passiva.

Fa parte delle tane, troppe, contraddizioni del prossimo G20.

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Treccani suggerisce che la megalomania sia «Tendenza ad assumere atteggiamenti di grandiosità, a cimentarsi in imprese sproporzionate alle proprie forze, a presumere esageratamente delle proprie possibilità».

Orbene, cerchiamo di ragionare.

«Nationalism and isolationism are on the rise globally»

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«With Germany chairing the next G20 summit, Berlin is hoping to persuade the key industrial and developing countries to change direction»

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La Bundeskanzlerin Frau Merkel ha fatto nascere e crescere in casa sua Alternative für Deutschland, e si proporrebbe di convincere i paesi del G20?

La Bundeskanzlerin Frau Merkel sta assistendo impotente al crollo dei socialisti francesi ed al fiorire di partiti eurocritici quali il Front National, M5S, Fpö, ha dovuto trangugiare a denti stretti quel brexit che ben si sarebbe potuto evitare usando un minimo di arte diplomatica, e si proporrebbe di convincere i paesi del G20?

La Bundeskanzlerin Frau Merkel ha preso la Cdu al 47% dei consensi ed adesso la constata sì e no al 30%, e si proporrebbe di convincere i paesi del G20?

E convincerli poi a che cosa? Alla sua Weltanschauung? Per farsi ridurre come la Frau Merkel ha ridotto la Germania e l’Unione Europea? Ma ci sarà ancora l’Unione Europea alla data del G20?

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In verità, non ci sembrerebbe avere quel talento diplomatico che aveva caratterizzato un cardinale di Richelieu oppure un Metternich.

E poi, ragioniamo ancora un pochino.

Mica che al nuovo G20 ci sarà ancora Mr Obama a rappresentare gli Stati Uniti: ci sarà al suo posto Mr Trump, che sembrerebbe essere un tipo ben poco convincibile. Poi, non ci sarà più Mr Hollande, fido scudiero di Frau Merkel: e né Mr Fillon  né Mrs  Le Pen sembrerebbero essere molto malleabili. Mrs May non assomiglia a Mr Cameron. E che dire infine di Mr Renzi? Ci sarà oppure non ci sarà? Non parliamo poi delle elezioni in Olanda.

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Da ultimo, infine.

L’8 marzo si voterà in Nordrhein-Westfalen. Se è vero che la Cdu è ipotizzata salire alquanto nei suffragi elettorali, l’Spd dovrebbe perdere sette punti percentuali secchi, ed AfD crescere almeno al 10%.

La Bundeskanzlerin Frau Merkel diverrebbe un lame Duck: è vero che sono importanti le elezioni nelle camere dei rappresentanti, ma in Germania c’è anche il Bundesrat.

Germania. Oltre al Bundestag c’è anche il Bundesrat.

Concludiamo.

Di cosa mai si potrebbe illudere la Bundeskanzlerin Frau Merkel?

La testa del suo sodale Mr Hollande è caduta giusto ieri sera nella cesta: adesso si sta preparando il suo turno.

Boia e tricoteuse la stanno già aspettando con trepida ansia.

 


Deutsche Welle. 2016-12-01. Can Germany handle crisis management for the G20?

Nationalism and isolationism are on the rise globally. With Germany chairing the next G20 summit, Berlin is hoping to persuade the key industrial and developing countries to change direction. But is this going to work?

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For the opening event to mark the start of Germany’s chairmanship of the G20 Summit, a seven-voice choir sang three variations on the following text:  “Da Pacem – Give us peace.” It was a specially composed music program with a clear political message. As Finance Minister Wolfgang Schäuble said in Berlin during his welcome speech to colleagues, as well as the heads of the central banks of the most important industrial and developing countries, “The desire for peace and a better world is also the hope of all attending the G20.”

This is a noble aspiration at a time when the world seems to be beset by crisis. And it is generally agreed that it’s the big players among the G20 – who increasingly seem to be working against each other, rather than with each other – who have significantly contributed to the global crises. Apart from the G7, made up of Germany, France, Great Britain, Italy, Japan, Canada and the USA, countries in the G20 include Russia, as well as the large developing countries, China, India, Brazil, Mexico and South Africa. Further countries are Argentinia, Australia, Indonesia, Saudi Arabia, South Korea, Turkey and the European Union as a whole.

How can protectionism be stopped?

In many of these countries there is currently a trend toward rejecting globalization and returning to the assertion of nation states. Not least, the future US president, Donald Trump, has said he will support protectionist measures and give US interests clear priority in his trade and economic policies. The Brexit vote and recent events in Turkey also point towards isolationism.

During the German G20 chairmanship, Berlin is hoping to set a counterpoint to this trend. The motto for the coming year is, “Shaping an interconnected world.” Globalization has significantly improved the lives of hundreds of millions of people. As Minister Schäuble said, “We can’t turn back globalization and we wouldn’t want to either. But we have to get better at shaping the direction it takes.”

Restraint rather than exaggeration

Many people deplore the growing divide between the very poor and very rich, between the elites and the rest of the population. “We have to ask ourselves how we are going to hold society together, how we can show restraint in the face of such extremes,” Schäuble said. But this is one of the strengths of the G20. In Schäuble’s view “it offers member states the chance, even in times of crisis, to talk openly and work on possible solutions together.”

German Chancellor Angela Merkel has offered similar arguments. Merkel has stressed that history has shown that retreating and focussing on one’s own country has, in the end, never brought any benefits, but rather caused great damage. For Germany, this group made up of the most important developing and industrial countries, has a responsibility to take on the urgent challenges of globalization. “We have to learn from this isolationist movement and that means talking openly about existing problems.”

Emphasis on Africa

The G20 is based on three cornerstones, which can be summarized as, “maintain stability, improve sustainability, take responsibility.” Stability, in this case, primarily refers to the national economies of member states. This means cooperating on questions of international finance and taxation as well as pursuing issues regarding employment, trade and investment. The agenda for sustainability includes looking at the digitalization of the global economy, as well as the Agenda 2030 for sustainable development and the Paris climate treaty.

But, above all, Germany wants to strengthen the role of the G20, making it a community of responsibility. Sustainable economic progress in Africa is an overriding concern. According to Finance Minister Schäuble, “Private investors are the key for sustainable economic development and for combating unemployment in Africa.” There must be concrete measures put in place to improve the standard of living on a long-term basis and creating a stable framework for investors. This includes expanding infrastructure. In June, a conference will be taking place in Berlin focussing solely on the topic “Partnership with Africa.”

Suit the action to the words

Heads of state and governmental leaders will be meeting in Hamburg for the two-day G20 Summit at the beginning of July next year. The Hanseatic city will become an international stage and the German chancellor will, on this occasion, be receiving the new US President Donald Trump for the first time. A few months out from the upcoming federal elections in September, this can only benefit Angela Merkel. She will be able to present herself in Hamburg as a global politician with great responsibilities.

A closing document will be signed by heads of state and governmental leaders at the summit. This document will reflect all the agreements complied by diverse working groups in the first half of 2017. According to Finance Minister Schäuble, in the end the success of the G20 will not be measured by the documents created. The best intentions will mean nothing unless they are followed by action. “We have to make sure that the promises we make to the world will also be fulfilled.” This is the only way to tackle the growing scepticism in the world’s population.