Giuseppe Sandro Mela.
2017-06-22.
Il World Economic Forum non ha ancora finito, sempre che ci riesca, ad elaborare il lutto per la scomparsa dei fondi che gli Stati Uniti gli elargivano. A lui ed a tutta quella Via Lattea di agenzie domestiche ed internazionali e di Ong desiderose di auto beneficiarsi arrivavano fiumi immani di denaro pubblico rattamente reinvestito negli affarucci di bottega. Anche i Sarcoptes scabiei devono vivere, direbbe qualcuno: ma non si capisce perché mai dovrebbe vivere spendendo denaro americano e dei Contribuenti. Riportiamo in extenso il comunicato emesso.
«By reversing his predecessor’s policies to reduce CO2 emissions, Trump is rolling back the new model of cooperative global governance embodied in the 2015 Paris climate agreement»
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«Trump’s climate-change policy does not bode well for US citizens – many of whom are now mobilizing resistance to his administration – or the world»
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«Still, an effective US exit from the Paris agreement is a menacing development. The absence of such an important player from the fight against climate change could undermine new forms of multilateralism, even if it reinvigorates climate activism as global public opinion turns against the US»
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«Trump’s proposed budget would place restrictions on federal funding for clean-energy development and climate research. Likewise, his recent executive orders will minimize the financial costs of US businesses’ carbon footprint, by changing how the “social cost of carbon” is calculated»
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«These are all unwise decisions that pose serious risks to the US economy, and to global stability»
Gli amici del World Economic Forum non si son certo spremuti le meningi per scrivere questo testo: hanno solo ripreso i soliti temi.
– «Trump’s climate-change policy does not bode well for US citizens – many of whom are now mobilizing resistance to his administration – or the world». Secondo il Wef i cittadini americani si sarebbero mobilitati alla “resistenza” contro Mr Trump, ma nel contempo lo avrebbero votato in cinque consecutive elezioni suppletive. Se Mr Trump fosse stato così impopolare come dicono, bene, gli Elettori non lo avrebbero votato. Invece gli Elettori non hanno votato i democratici, fervidi sostenitori del ‘clima’.
– «it reinvigorates climate activism as global public opinion turns against the US». Non ci si era francamente accorti che tutto il mondo esecrasse gli Stati Uniti dopo aver abbandonato l’Accordo di Parigi. Prima sembrava che non li amassero un gran ché. Si direbbe invece che molti paesi, Germania in testa, cerchino di far di tutto per blandirli.
– Come da copione, il Wef è seriamente preoccupato della pessima fine che dovrebbe fare l’economia americana per aver abbandonato il ‘clima’. Sono dei veri filantropi, dei novelli San Francesco. Forse, sembrerebbero piange sulle proprie tasche, che da stracolme si sono trovate immantinente vuote.
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Anche il discorso della Bundeskanzlerin Frau Merkel agli industriali è stato un mesto epitaffio.
Quasi non ha parlato di ‘clima’, come se non fosse più la struttura portante del G20. Forse il suo pensiero errava verso il Nord Stream 2 ed alla interdizione ad agire sul suolo americano per le ditte coinvolte in un’opera colpita dalle sanzione messe proprio da Frau Merkel.
Frau Merkel si consola con il libero commercio.
Parlando ad un’associazione di industriali quasi non ha menzionato il ‘clima’ come argomento del G20.
Forse inizia ad impensierirsi per altri argomenti.
«The findings of an investigation by Trump’s administration into whether foreign-made steel imports pose a risk to U.S. national security are expected to be released later this week. German Economy Minister Brigitte Zypries has written a letter to U.S. Commerce Secretary Wilbur Ross in which she criticized Washington’s plans to take action against steel imports»
Parafrasando una celebre frase:
«Tedeschi, volete ‘clima’ od acciaio?»
5 pensieri riguardo “Merkel. «Tedeschi, volete ‘clima’ od acciaio?»”
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