Pubblicato in: Criminalità Organizzata, Energie Alternative, Unione Europea

Macron. Affarucci in barba a sanzioni, ‘clima’ e diritti umani. Gli affari francesi sono sacri.

Giuseppe Sandro Mela.

2017-07-05.

Diavolo-di-Michelangelo-nel-Giudizio-Universale-della-Cappella-Sistina

«Pecunia non olet» se è denaro francese: è sterco del diavolo se la Francia di Mr Macron non ci guadagna. Sanzioni, ‘clima’, diritti umani? Fregnacce. Roba per i gonzi. Mr Macron se ne fa un baffo a torciglione: uno di qua ed uno di la.

Mr Macron adora il dio denaro e sarebbe disposto a tutto pur di ottenerlo.

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Cerchiamo di fare un minimo di chiarezza in un settore zeppo di disinformazione.

Il Consiglio Europeo ha pubblicato le

Misure restrittive dell’UE nei confronti dell’Iran

«Le misure restrittive dell’UE sono state adottate nel quadro di un approccio politico integrato che associa pressioni ed impegni, volto a convincere l’Iran a rispettare i propri obblighi internazionali.

Parallelamente, si sono svolti colloqui diplomatici tra l’Iran e l’E3/UE+3 (Francia, Regno Unito, Germania e UE + Stati Uniti, Russia e Cina) sulla questione della proliferazione nucleare. Questi hanno portato, il 14 luglio 2015, ad un accordo su un piano d’azione congiunto globale (PACG). L’UE parteciperà all’intero processo di attuazione di questo piano, compresa la progressiva revoca delle sanzioni relative al nucleare nei confronti del paese.

Dal 2006 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una serie di risoluzioni in cui si chiede all’Iran di cessare l’arricchimento dell’uranio a fini di proliferazione nucleare. Tali risoluzioni sono state progressivamente accompagnate da misure restrittive allo scopo di convincere l’Iran ad ottemperare alle richieste.

Il 20 luglio 2015 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 2231(2015) relativa al piano d’azione congiunto globale (PACG), concordato tra l’Iran e l’E3/UE+3. …

Oltre ad attuare le sanzioni delle Nazioni Unite, nell’ultimo decennio l’UE ha deciso una vasta gamma di sanzioni economiche e finanziarie autonome nei confronti dell’Iran, tra cui:

– restrizioni sul commercio di vari prodotti: divieti di esportazione verso l’Iran di armi, di beni a duplice uso e di prodotti che possono essere utilizzati in attività connesse all’arricchimento; divieto di importazione di petrolio greggio, di gas naturale e di prodotti petrolchimici e petroliferi; divieto di vendita o fornitura di attrezzature essenziali utilizzate nel settore energetico, di oro, di altri metalli preziosi e diamanti, di talune attrezzature navali, di determinati software, ecc. ….

Il 16 gennaio 2016 (data di attuazione dell’accordo) il Consiglio ha revocato tutte le sanzioni economiche e finanziarie dell’UE relative al nucleare nei confronti dell’Iran. Tuttavia, restano in vigore alcune limitazioni. ….

Dal 2011 l’UE ha inoltre adottato misure restrittive connesse con violazioni dei diritti umani, tra cui:

il congelamento dei beni e il divieto di visto per le persone ed entità responsabili di gravi violazioni dei diritti umani

il divieto di esportazione verso l’Iran di attrezzature che possono essere utilizzate per la repressione interna e di attrezzature per la sorveglianza delle telecomunicazioni

Tali misure sono regolarmente aggiornate e resteranno in vigore. L’ultimo aggiornamento, risalente all’11 aprile 2017, le ha prorogate fino al 13 aprile 2018.»

Iran: il Consiglio proroga di un anno le sanzioni in risposta a gravi violazioni dei diritti umani (11/4/2017).

«L’11 aprile 2017 il Consiglio ha prorogato fino al 13 aprile 2018 le misure restrittive in risposta a gravi violazioni dei diritti umani in Iran. Le misure comprendono:

– il divieto di viaggio e il congelamento dei beni nei confronti di 82 persone e un’entità

– il divieto di esportazione verso l’Iran di attrezzature che possono essere utilizzate per la repressione interna e di attrezzature per la sorveglianza delle telecomunicazioni

Tali misure sono state introdotte nel 2011. Gli atti giuridici sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale del 12 aprile 2017 e sono stati adottati mediante procedura scritta.»

Misure restrittive dell’UE nei confronti dell’Iran.

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«In recent weeks, Total, the French energy giant, has been sending small amounts of euros from banks in Europe to Tehran.

It was the corporate equivalent of setting up a direct deposit. Total wanted to test the banking system and learn how difficult it was to make day-to-day transactions in Iran.

As it considers investing in Iran, the company is moving cautiously. It has assigned a full-time compliance officer to the country to ensure it doesn’t run afoul of any rules: It can’t allow any Americans to work on its projects there, and has to be careful to avoid sanctioned Iranians.

Like many international oil players, Total has been lured by the promise of a large and lucrative market with vast energy reserves. But the changing geopolitical landscape has made companies wary of the sanctions and restrictions tied to working there.

Those risks have been amplified by President Trump, whose administration has said it is putting Iran on notice.” The tough talk from Washington has given early movers like Total pause, raising concerns as to whether long-awaited opportunities will materialize, or if the Trump administration will take a harder line and tighten already-complex rules on doing business with Tehran. ….

American companies are still effectively barred by Washington from making investments in Iran’s energy sector ….

Total’s investment would be for a slice of the world’s largest natural gas field, shared between Iran and Qatar in the Persian Gulf. ….

In particular, Total is watching whether Mr. Trump will renew a waiver allowing international companies to work in Iran» [The New York Times]

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«The French energy giant Total has agreed to invest $1 billion in Iran to develop a huge offshore gas field, Iranian news media reported on Sunday.

The agreement, the largest by a Western energy company in Iran since the 2015 deal to curb Tehran’s nuclear program, had been delayed in February as Total waited to see how the Trump administration’s policy toward Iran would proceed.

President Trump has spoken out against the multilateral nuclear agreement, and his antipathy toward the pact and talk of further sanctions has raised concerns among foreign energy firms looking to invest in Iran. But the administration has approved sanction waivers allowing deals under the nuclear agreement.

Total will take a 50 percent stake in the development of the 11th phase of the South Pars gas field, investing $1 billion into the $4.8 billion project, the semiofficial Tasnim news agency reported on Sunday.»

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Il Congresso degli Stati Uniti ha esteso le sanzioni contro l’Iran

Il Congresso degli Stati Uniti ne ha rilasciato il testo completo.

H.R.6297 – Iran Sanctions Extension Act

«House – Foreign Affairs; Financial Services; Judiciary; Ways and Means; Oversight and Government Reform.

12/15/2016 Became Public Law No: 114-277.»

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«Dopo il Senato, anche la Camera ha approvato il rinnovo dell’Iran Sanction Act, rovesciando la politica diplomatica che aveva portato all’accordo sul nucleare»

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«Giovedì 1 dicembre il Congresso degli Stati Uniti ha approvato a larga maggioranza il rinnovo dell’Iran Sanction Act (Isa), per estendere di dieci anni le sanzioni a Teheran. Il voto rappresenta una rottura con la politica diplomatica di negoziazione dell’amministrazione Obama e lancia un chiaro messaggio al governo iraniano.»

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«L’Isa è stato creato nel 1996 per condannare gli investimenti nel campo dell’industria energetica e ostacolare lo sviluppo di armi nucleari.»

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Ricapitolando.

– Nonostante l’Unione Europea abbia elevato specifiche sanzioni contro l’Iran, sotto la presidenza di Mr Macron le industrie francesi hanno continuato a commerciare con l’Iran, ed alla grande.

– La cosa non avrebbe suscitato malumori, se non fosse stato messo divieto di fare altrettanto alle società italiane, nel silenzio di un Governo succube di, oppure stipendiato da, Berlino e Parigi.

– Si ripete per l’Iran la stessa cosa successo per il Nord Stream 2, ove le ditte francesi e quelle tedesche hanno monopolizzato la commessa escludendo quelle italiane, ed anche questo in barba alle sanzioni erogate dall’Unione Europea contro la Russia.

– La cosa lascia anche stupefatti perché molte sanzioni erano state messe adducendo come motivazione un’inosservanza dei diritti umani da parte delle nazioni sanzionate. Francia e Germania si ergono a paladine dei ‘diritti umani‘ solo quando ci guadagnano, altrimenti se ne infischiano.

– Infine, la Francia del Presidente Macron ha sottoscritto l’Accordo di Parigi, e lo sostiene a spada tratta per tutti gli altri, tranne che per sé stessa. Le sarebbe infatti precluso investire nell’energetico fossile, a dir loro inquinante.

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«Pecunia non olet.»

Anche all’ipocrisia umana dovrebbe esserci un limite.

Se si può comprendere bene che Mr Macron vuole solo guadagnare, ci si ricordi come i piani di investimento Total siano gestiti da Banca Rothschild che tanto sta a cuore al Presidente francese, se di può comprendere bene il comportamento di quanti ci lucrano sopra, resterebbe del tutto incomprensibile il comportamento fideistico del gregge belante a favore di ‘diritti umani’ e ‘clima’: più microlissencefali che corrotti.


The New York Times. 2017-07-03. French Energy Giant to Invest $1 Billion on Iran Gas Field

TEHRAN — The French energy giant Total has agreed to invest $1 billion in Iran to develop a huge offshore gas field, Iranian news media reported on Sunday.

The agreement, the largest by a Western energy company in Iran since the 2015 deal to curb Tehran’s nuclear program, had been delayed in February as Total waited to see how the Trump administration’s policy toward Iran would proceed.

President Trump has spoken out against the multilateral nuclear agreement, and his antipathy toward the pact and talk of further sanctions has raised concerns among foreign energy firms looking to invest in Iran. But the administration has approved sanction waivers allowing deals under the nuclear agreement.

Total will take a 50 percent stake in the development of the 11th phase of the South Pars gas field, investing $1 billion into the $4.8 billion project, the semiofficial Tasnim news agency reported on Sunday. The other partners are the China National Petroleum Corporation and the Iranian company Petropars.

The offshore South Pars gas field, which is shared by Iran and Qatar, was first developed in the early 1990s.

Total is the first Western energy company to invest in a large infrastructure project in Iran since the nuclear agreement, and analysts say they expect other European companies to follow. Royal Dutch Shell, another energy giant, has signed several memorandums of understanding for projects in Iran, as have dozens of other companies.

“We are proud and honored to be the first international company to sign” one of Iran’s new oil and gas contracts, a Total spokesman said in an email.

Several multibillion-dollar airplane deals between the American plane maker Boeing and its European competitor Airbus had been part of the nuclear agreement. And the French carmaker PSA has committed $320 million to manufacture Citroen cars in Iran.

The Trump administration is undertaking a 90-day review of its policies toward Iran. At a meeting on Saturday in Paris, the former American ambassador to the United Nations, John Bolton, said he was certain the Trump administration would make a change in the leadership in Tehran a priority of its Iran policy.