Pubblicato in: Devoluzione socialismo, Unione Europea

Gilets Jaunes. È calato l’omertoso silenzio dei media liberal. Ma erano 84,000 ….

Giuseppe Sandro Mela.

2019-01-23.

2019-01-20__gilets_juanes__001

Come si constata, sono a volto scoperto.


Il 19 gennaio, si è svolto l’Atto X dei Gilets Jaunes, che sono scesi in piazza in oltre 84,000 Cittadini Contribuenti.

«Una mobilitazione ordinata, strutturata e pacifica, con qualche raro episodio di violenza inscenato a fine giornata da sparuti gruppi di casseurs: questo, in sostanza, il bilancio del decimo atto delle proteste dei gilet gialli, a due mesi dall’inizio del movimento il 17 novembre scorso»

*

«Secondo i dati diffusi in serata dal ministero dell’Interno, oggi sono stati 84.000 i manifestanti al livello nazionale, di cui 7.000 a Parigi, dati pressoché invariati rispetto alla settimana scorsa»

*

«Secondo il primo conteggio realizzato dai gilet gialli, che da ieri hanno una specifica app ‘GJ-France’, i partecipanti sono stati pochi di più, 86.110»

* * * * * * *

Il coro generale è:

«Macron: vattene!»

La rivolta, che era iniziata per protestare con l’aumento delle tasse sui carburanti ed altri provvedimenti analoghi, si è trasformata nel tempo, molto rapidamente, in una generalizzata protesta con il regime di Mr Macron, che ha dovuto rimangiarsi tutti i provvedimenti presi ed indire degli stati generali.

Ma adesso i Gilets Jaunes esprimono un’istanza politica: vogliono le dimissioni di Mr Macron e del suo Governo. La piazza lo ha sfiduciato, e con lui ha sfiduciato gli ambienti socio – politici – economici che lo hanno fatto eleggere.

*

Dopo dieci settimane durante le quali i media liberal socialisti hanno fatto di tutto per screditare questo movimento, adesso hanno adottato la tattica di cessarne ogni menzione: il silenzio stampa è calato, come se fosse stato emanato un ordine a livello mondiale.

Solo France 24 e Time hanno pubblicato degli articoli.

Eppure una rivolta che porta in piazza decine di migliaia di Patrioti e che lo fa per la decima settimana consecutiva  costituisce una seria remora al proseguimento del regine di Mr Macron.

Yellow Vests defy Macron ‘national debate’ bid with 10th Saturday of protests. [France 24]

«Around 84,000 “Yellow Vest” demonstrators marched all around France on Saturday, marking a 10th straight weekend of anti-government protests, defying attempts by President Emmanuel Macron to channel their anger into a series of town hall debates. ….

over 80,000 people demonstrated nationwide against inequality, the privileges enjoyed by senior public servants and the governing style of a president accused of arrogance. ….

Last week’s turnout confirmed that, after a lull at the end of the year, the protesters behind the biggest crisis in Macron’s presidency remain fully mobilised. ….

One of the yellow vests’ top demands is that ordinary citizens be given a greater say in policy-making ….

But many yellow vests have announced plans to boycott the discussions scheduled in dozens of towns and villages, seeing them as an attempt to drain support from a movement that erupted in mid-November over fuel taxes and quickly broadened into a campaign of weekly protests that have regularly ended in clashes with police and destruction of property ….

The growing number of demonstrators to suffer serious injuries at the hands of the police has compounded their anger towards the state. The “Disarm” collective, a local group that campaigns against police violence, has counted 98 cases of serious injuries, including 15 cases of people losing an eye, mostly after being hit by rubber bullets. ….

Macron is pinning his hopes on the debate to quash the image of a leader out-of-touch with the concerns of people in rural France ….

Polls show mixed feelings among the French, with around 40 percent saying they would like to take part but around two-thirds saying they do not believe the consultations will end the protests ….

To fend off accusations that his policies favour rich urbanites the most, former investment banker Macron has already scrapped a controversial fuel tax hike that would have squeezed car-dependent rural-dwellers»

* * * * * * *

Sommo errore dei liberal socialisti che hanno espresso Mr Macron, ma è errore diffuso in tutto il mondo, è stato il credersi che la gente comune si fosse identificata con l’élite ricca e degenerata. Ma la massaia che deve far quadrare pranzo con cena, che deve seguire figli e marito mentre lavora, se la ha trovato, per un migliaio di euro al mese come cassiera oppure come operaia, non può strutturalmente immedesimarsi nella femmina in tiro che dall’ottantesimo piano di un grattacielo muove operazioni miliardarie, e nemmeno con l’attrice, attricetta di turno, la vocazione teatrale delle quali è misurata dalla superficie epidermica esposta. Il liberal propongono un ideale di donna irreale o, meglio, surreale.

Agli agricoltori della provincia francese importa poco o punto sul come si generi l’energia elettrica: la vogliono a buon prezzo. Senza le sovrattasse per le alternative, la corrente costerebbe un terzo all’utenza finale.

Per chi abita in provincia il costo del carburante è una voce di bilancio critica, perché quasi invariabilmente trova un lavoro a qualche decina di kilometri da casa: le sovrattasse sui carburanti per finanziare le alternative è per loro solo un altro macigno sotto cui soccombere.

Ce lo si ricordi bene: le nazioni sono sicuramente individuate dalle loro capitali, ma nei fatti sono la provincia. Ignorare le istanze della provincia porta ad avere tassi di esecrabilità al 76%. Non è certo un buon viatico nell’affrontare nuove elezioni.

Ma questo ben difficilmente sarà compreso da Mr Macron, che è il presidente dell’élite ricca.

*

I liberal socialisti impongono ai media di non parlare dei Gilets Jaunes?

Non è problema: si faranno sentire urlando la loro rabbia dalle urne.


Ansa. 2019-01-20. 84mila gilet gialli, il decimo sabato è senza scontri

Una mobilitazione ordinata, strutturata e pacifica, con qualche raro episodio di violenza inscenato a fine giornata da sparuti gruppi di casseurs: questo, in sostanza, il bilancio del decimo atto delle proteste dei gilet gialli, a due mesi dall’inizio del movimento il 17 novembre scorso. Secondo i dati diffusi in serata dal ministero dell’Interno, oggi sono stati 84.000 i manifestanti al livello nazionale, di cui 7.000 a Parigi, dati pressoché invariati rispetto alla settimana scorsa. Secondo il primo conteggio realizzato dai gilet gialli, che da ieri hanno una specifica app ‘GJ-France’, i partecipanti sono stati pochi di più, 86.110. A Lille, qualche settimana dopo la loro apparizione scenografica sugli Champs-Elysées, sono riapparse tra i gilet gialli ‘le Marianne’: questa volta il piccolo drappello non era a seno nudo ma truccato con falsi lividi e finti ingessature. Come sabato scorso, erano 80.000 gli agenti dispiegati, di cui 5.000 a Parigi. Lo svolgimento pacifico dei cortei – molti, questa volta, erano stati dichiarati alla questura – è nettamente migliorato anche grazie all’introduzione, dalla scorsa settimana, di un vero e proprio servizio d’ordine dei gilet-gialli in coordinamento con la polizia. A quanto si apprende, circa 150 gli ‘angeli custodi’ volontari, individuabili da una fascetta bianca, hanno vegliato alla sicurezza del principale corteo parigino partito dall’esplanade des Invalides. “Abbiamo visto tanti feriti, in molti erano ormai reticenti a venire. Quindi abbiamo assunto le nostre responsabilità e ci siamo detti che era importante, anche per la nostra sicurezza, evitare che ci fossero infiltrati esterni, che ci manipolano causando ulteriori violenze”, ha spiegato uno di loro, Faouzi Lellouche, citato da Europe 1. Tra i tanti volontari in berretto da militari, anche ex combattenti del Donbass, nell’est dell’Ucraina. Incluso Victor Lenta, un ex paracadutista del terzo reggimento di Carcassonne considerato vicino all’estrema destra. Ma gran parte di loro sono “semplici cittadini, gilet gialli come altri”, assicurano i manifestanti.

Time. 2019-01-20. ‘Yellow Vest’ Protestors March for 10th Week Despite President Macron’s Efforts

Thousands of yellow vest protesters rallied in several French cities for a tenth consecutive weekend on Saturday, despite a national debate launched this week by President Emmanuel Macron aimed at assuaging their anger.

In Paris, protesters answered a call from a prominent and provocative protester promoting a march starting at the Invalides monument in Paris, home to Napoleon’s tomb, to remember the 10 people killed in protest-related traffic accidents and hundreds injured since the movement kicked off Nov. 17.

Police has been criticized by protesters for the use of rubber projectiles that have left dozens of people injured.

“It’s not normal to treat people the way we are being treated. We have injured people every Saturday,” said Juliette Rebet, a demonstrator marching in Paris.

At the Invalides, protesters carrying a banner that read “Citizens in danger” marched at the front of the procession and held coffin-shaped black boards in memory of those killed.

Paris deployed 5,000 police around the capital, notably around government buildings and the Champs-Elysees, stage of recent violence. About 80,000 police are fanned out nationwide.

Protesters marched peacefully in the French capital. Twelve people were arrested by the early afternoon, according to figures provided by Paris police.

The capital and much of France have endured weeks of protests that at times descended into violence. Saturday marked the 10th straight weekend of yellow vest protests, and will test whether Macron’s debate is diminishing the movement’s momentum.

The grassroots protests started two months ago over fuel taxes but became a broader revolt against economic problems. The movement showed signed of abating during the festive period, but more than 80,000 people protested across France last weekend — up from 50,000 the week before.

Macron is facing a plethora of demands ranging from the re-introduction of France’s wealth tax, called the ISF, on the country’s richest people, to the implementation of popular votes that allow citizens to propose new laws.

Macron launched his grand debate this week during meetings with mayors and local officials. The three-month-long debate consists of a series of meetings organized by ordinary citizens, associations and elected officials to enable the French to express their views on the economy and democracy. Macron said he is open to discussions but has already warned he won’t give up on his promises, including the touchy issue of reforming pensions.

“We do not believe in the grand debate,” said Jonathan Gaby, a demonstrator from the Paris suburbs. “We won’t decide, the government will decide in the end.”

Un pensiero riguardo “Gilets Jaunes. È calato l’omertoso silenzio dei media liberal. Ma erano 84,000 ….

I commenti sono chiusi.