Pubblicato in: Devoluzione socialismo, Geopolitica Europea, Unione Europea

Le Pen. Se eletta, referendum sull’Europa.

Giuseppe Sandro Mela.

2016-09-05.

 

Marine Le Pen, French National Front (FN) political party leader and a member of the European Parliament, delivers a speech as she attends a FN political rally in Brachay
Marine Le Pen, French National Front (FN) political party leader and a member of the European Parliament, delivers a speech as she attends a FN political rally in Brachay, France, September 3, 2016. REUTERS/Gonzalo Fuentes

Al momento, la situazione politica francese sembrerebbe essere chiara.

Il partito socialista del Presidente Hollande passa dal 28.6% delle scorse elezioni all’attuale 13.5%: si sarebbe quasi dimezzato. Nel contempo il Front National sarebbe salito dal 17.9%, risultato già buono nel 2012, all’attuale 28% – 29%.

Il quadro generale è quindi di una sostanziale bipartizione politica: da una parte i Les Républicains  stimabili attorno al 30% – 35% e dall’altra il Front National.

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Considerazioni.

(1). Grande merito di Marine Le Pen è di aver proposto il proprio partito per quello che è, dopo averlo potato di idee ed atteggiamenti impropri, e di essere stata la figura politica più attenta agli umori della gente. FN con lei è diventato il partito della povera gente e dei lavoratori: ossia di quelle classi sociali più disagiate e più provate dalla crisi economica. Adesso il Front National è un partito forte, abbastanza coeso, senza grossolane contraddizioni interne. Non ha caso qualche settimana fa ha stravinto le elezioni per il rinnovo del sindaco a Saint Bonnet du Gard.

(2). Altro grande merito della Mrs Le Pen è stato quello di centrare le proprie campagne elettorali contro le contraddizioni del partito socialista, attuale detentore del potere politico amministrativo. La Le Pen ha infatti compreso come l’obiettivo strategico primario sia la distruzione del partito socialista francese, ossia della corrente ideologica del paese. Una volta ridotta ad una trascurabile percentuale di voti quella formazione, allora sarà possibile nutrire fondate speranze presidenziali: non prima.

(3). Nelle elezioni politiche presidenziali francesi del prossimo anno l’obiettivo è proprio questo: far crollare il partito socialista al punto tale da escluderlo dal ballottaggio. Poi è ben chiaro a tutti che morto il socialismo ideologico non son certo ancora morti i socialisti, che andranno mestamente in fila a votare il candidato dei Les Républicains. Ma ci andranno da gente battuta: infatti odiano di più il Front Natinol che i Les Républicains. I socialisti sono sempre vissuti imbibito di odio verso qualcosa o qualcuno, financo sé stessi, come si vide nel corso delle passate elezioni regionali.

(4). Questa situazione reca però in sé il germe della speranza. La devoluzione del socialismo francese taglie sostanzialmente gli avversari di sinistra ai LR. La conseguenza immediata è che il loro programma elettorale dovrà spostarsi significativamente a destra rispetto a quello delle precedenti elezioni: un errore di valutazione ptrebbe facilitare infatti la strada alla Le Pen.

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Dal punto di vista umano possiamo ben comprendere l’amarezza di quanti, ben pochi in verità, erano in buona fede nell’avere nel cuore il partito socialista.

Similmente prendiamo atto di quanto astioso livore, odio distillato, debbano avere nel cuore e nella mente per andare a votare i Les Républicains pur di nuocere almeno un poco alla Le Pen. Questa è l’evidenza pratica di quanto l’ideologia socialista sconvolga le menti: il motivo di vita degli adepti è l’odio verso qualcosa o qualcuno. E questo sarebbe già argomento sufficiente per spiegarne la devoluzione.


Reuters. 2016-09-04. France’s Le Pen vows to hold referendum on EU if elected

France’s far-right National Front party leader, Marine Le Pen, vowed on Saturday to hold a referendum on whether France stays in or leaves the European Union if she wins the 2017 presidential election.

In her first public meeting after a summer break in the tiny village of Brachay in northeastern France, Le Pen portrayed herself as the sole credible defender of law and order and national unity, saying the best way to combat terrorism was the ballot paper.

“This referendum on France belonging to the European Union, I will do it. Yes it is possible to change things. Look at the Brits, they chose their destiny, they chose independence … We can again be a free, proud and independent people,” she said.

The National Front was the only major French political party to call for Britons to vote to leave the European Union, hoping Brexit would boost its own eurosceptic agenda at home.

Le Pen’s increasingly popular party thrives on anti-Europe and anti-immigration sentiment and opinion polls see her making it to an early May run-off in France’s presidential election, but losing that second round to a mainstream candidate, as a majority of voters do not want her as president.

Some 700 supporters waving French flags repeatedly cheered the smiling Le Pen on Saturday, with shouts of “Marine, President” during her speech.

After being uncharacteristically quiet since a December regional election where her party won no constituency despite leading in first round, Le Pen slammed her rivals on the right and left of the political spectrum, accusing them of being “responsible” for what she called France’s “decline”.

The village of Brachay is dear to Le Pen’s heart, and she described it as the symbol of France’s “forgotten ones” away from the political elites.

It was in Brachay that she managed to secure the greatest percentage vote in any village in the country from among its 60 residents in the 2012 presidential election.

Some 72 percent put the far-right candidate above all others. She has been holding meetings in Brachay each year ever since.