Giuseppe Sandro Mela.
2018-06-21.
Ogniqualvolta sia possibile, sarebbe cosa utile citare dati e testi di fonti della quali non si condividono le idee. Ciò aiuta spesso a vedere la realtà da angolazioni diverse dalle solite e permette di comprendere meglio le istanze ed esigenze altrui.
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Dapprima riportiamo i dati rilasciati dai Young European Federalists, un’organizzazione tutta liberal, socialista e grembiulino.
Le ultime proiezioni elettorali per il Parlamento Europeo indicherebbero che il Ppe calerebbe dal pregresso 29.2% agli attuali 20.5% e S&D dal 25.4% al 21%, essendo gli euroscettici di Ecr al 10.5%, in crescita Alde dall’8.9% al 13%, i populisti di Efdd dal 6.4% all’8%, ed Enf da zero agli attuali 7%. Con un conto molto grossolano, vedremo poi il perché, gli ‘euroscettici‘ supererebbero il 30% degli parlamentari. Ma nel volgere di un anno le sorprese potrebbero essere grandi.
Ma ragionando in termini di seggi, il Ppe scenderebbe da 198 delle proiezioni dello scorso anno a 178, i socialisti crollerebbero da 170 a 137. Alde ed Ecr sarebbero in forte crescita.
A distanza di un anno dalle elezioni tutto potrebbe essere possibile, ma il quadro attuale sembrerebbe fotografare in modo abbastanza realistico la situazione.
Tuttavia, il baco di questi dati salta immediatamente agli occhi, anche se gli Young European Federalists glissano in modo disinvolto il problema.
Il Finvez, il partito ungherese di Mr Orban, siede in Europa con il Ppe, e l’Ungheria manda ben 22 deputati all’europarlamento. Diciamo che tra Ppe e Fimvez con corre ciò che usualmente si denomina buon sangue. Visti dall’esterno, sembrerebbero dei separati in casa, uniti solo nel cacciar via i creditori.
Non solo.
I polacchi mandano in europarlamento 51 deputati, ma l’anno prossimo il Prawo i Sprawiedliwość non ne manderà certo 16, ma almeno una quarantina. È sicuramente vero che i deputati del PiS sono confluiti in Ecr, ma mica è poi detto che ci rimangano, ma in ogni caso avrebbero dovuto essere conteggiati. Ma il Ppe osteggia a male parole i polacchi e poi si coccola il Finvez: come i ladri di Pisa.
Infine, dopo le elezioni italiane del 4 marzo, il pd potrebbe fare eleggere qualche europarlamentare, ma non certo i pregressi 29. Poi, visto che il 65% degli italiani ha votato partiti eurocritici, ci si aspetterebbe che Lega e M5S mandassero all’europarlamento una cinquantina di eurodeputati.
In sintesi estrema: ogni giorno che passa sembrerebbe essere sempre più verosimile un colossale ribaltone nell’europarlamento. Per dirla con il Deuteronomio, quelli che prima andavano a cavallo andarono e piedi e quelli che prima andavano a piedi andarono a cavallo.
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Queste scarne considerazioni numeriche consentono di comprendere l’articolo allegato, tratto da Eu Observer, testata di perclara fede integralista nell’ideologia liberal e socialista.
Il Partito popolare, che di cristiano non ha nemmeno un bosone sperduto, si sta contorcendo le budella, formando in continuazione dolorosissimi volvoli inoperabili. Già. Infatti senza l’apporto degli Ungheresi il Ppe chiuderebbe bottega.
L’articolista di Eu Observer godrebbe come un papionino del Camerun Meridionale al solo pensare che il Ppe si disintegrasse, poi, di tanto in tanto, si ricorda che governa il parlamento proprio grazie al Ppe. Se crollasse il Ppe, tutti a casa.
I contorsionismi dialettici sono davvero mirabili, degni dei massimi sofisti.
«The worry, however, is that the EPP leadership, far from recognising that Fidesz has no place in a party that is supposed to stand for human rights and rule of law, has decided to embrace it more tightly.»
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«Its motivation is presumably in part to remain the largest political group at the European Parliament, including after next year’s elections».
2 pensieri riguardo “Europarlamento. I contorsionismi del Ppe e Mr Orban, separati in casa.”
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