La riforma liturgica voluta dai teologi postconciliari aveva imposto di erigere gli altari rivolti verso il popolo. Questo anche in chiese cariche di storia secolare.
Così il celebrante dava le spalle al Tabernacolo ma guardava il popolo, divenendo lui il punto centrale della liturgia.
Oltre al massacro teologico, furono perpetrati massacri artistici. Ce lo si ricorda chi avrebbe voluto far dare una mano di biacca sul Giudizio Universale della Sistina? Maurice de Sully, tipino dal carattere deciso, avrebbe spaccato il pastorale sulla schiena a chi avesse osato fare questo. Non lo ha fatto in prima persona: lo ha fatto il fuoco.
Ecco come compariva Notre-Dame post-conciliare prima dell’incendio: uno sfregio allo stile gotico.
Poi è arrivato l’incendio, che ha reso giustizia. L’Altare del Veturs Ordo è rimasto intatto, mentre quello del Novus Ordo ha fatto la fine che avrebbe dovuto fare fin dall’inizio: bruciato fino a scomparire.
Adesso vedremo come saranno ricostruiti gli interni del sacro tempio.
Le Cattedrali gotiche sono sicuramente opere architettoniche, hanno aperto alla luce le Cattedrali, ma ancor più sicuramente sono un vertice teologico, un inno di pietra innalzato al Lumen de Lumine.