Pubblicato in: Banche Centrali, Devoluzione socialismo, Stati Uniti

Fed. Non solo tapering. Il quantitative easing costituisce una bomba ad orologeria.

Giuseppe Sandro Mela.

2021-05-09.

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«La domanda che circonda l’ultimo incontro della Federal Reserve non riguarda l’aumento dei tassi d’interesse, per altro bloccati “almeno fino al 2023” come indicato nella scorso meeting di marzo»

«Gli investitori si chiederanno, perlopiù, se la banca deciderà di rivedere prima del previsto il programma d’acquisto obbligazionario vista l’accelerazione della ripresa economica, o se continuerà ad iniettare liquidità nel sistema almeno fino all’estate»

«Jerome Powell potrebbe dover rispondere anche al nuovo aumento delle commodities, con le materie prime agricole e industriali che in questi giorni hanno toccato nuovi massimi pluriennali»

«Attualmente, il quantitative easing della Fed ammonta a circa $120 miliardi di acquisti mensili»

«I dati economici, ora, mostrano un’inversione di tendenza grazie al piano vaccinale e alle riaperture dei diversi settori, ma potrebbe non bastare per far cambiare idea al Federal Open Market Committee»

«dalla Fed “stanno producendo liquidità che alimenterà una ripresa economica, ma la sfida è vedere quando decideranno di ritirarsi”»

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La Fed acquista titoli per 1,440 miliardi ogni anno. Questo avviene perché non si trovano acquirenti sul mercato.

Piaccia o meno, la realtà è questa.

Se sicuramente il tasso di interesse gioca un importante ruolo nel determinare l’appetibilità dei titoli, dovrebbe essere altrettanto evidente come una riduzione degli acquisti da parte della Fed potrebbe destabilizzare un sistema economico basato proprio sull’incremento del debito.

Nemesi è in paziente attesa: la ripresa, sempre che mai ci sia, potrebbe essere ancora più dolorosa della crisi.

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Non solo “tapering”, che cosa aspettarsi dalla riunione della Federal Reserve.

La domanda che circonda l’ultimo incontro della Federal Reserve non riguarda l’aumento dei tassi d’interesse, per altro bloccati “almeno fino al 2023” come indicato nella scorso meeting di marzo. Gli investitori si chiederanno, perlopiù, se la banca deciderà di rivedere prima del previsto il programma d’acquisto obbligazionario vista l’accelerazione della ripresa economica, o se continuerà ad iniettare liquidità nel sistema almeno fino all’estate. 

Nella conferenza stampa che seguirà la decisione, prevista questa sera alle 20:00 CEST, il presidente Jerome Powell potrebbe dover rispondere anche al nuovo aumento delle commodities, con le materie prime agricole e industriali che in questi giorni hanno toccato nuovi massimi pluriennali. 

Attualmente, il quantitative easing della Fed ammonta a circa $120 miliardi di acquisti mensili, che hanno spinto il bilancio a circa $8 miliardi dall’inizio della crisi e hanno sostenuto il funzionamento del credito in un anno che ha visto il PIL americano crollare al -31,4% nel secondo trimestre 2020. 

I dati economici, ora, mostrano un’inversione di tendenza grazie al piano vaccinale e alle riaperture dei diversi settori, ma potrebbe non bastare per far cambiare idea al Federal Open Market Committee, che in precedenza ha affermato di iniziare con il “tapering” quando vedrà “ulteriori progressi sostanziali” nella ripresa economica e l’inflazione in media al di sopra del suo obiettivo del 2%. 

Il tasso di disoccupazione rimane elevato, pari al 6%, e il PCE core, indice preferito dalla Fed per misurare l’inflazione, si attesta all’1,4%, con un aumento dei tassi d’interesse oltre l’1,6% che non potrà essere ignorato dai membri del comitato di politica monetaria. 

Secondo Randy Frederick, vice presidente del trading e dei derivati di Charles Schwab, dalla Fed “stanno producendo liquidità che alimenterà una ripresa economica, ma la sfida è vedere quando decideranno di ritirarsi”. 

Un’altro punto d’osservazione per il mercato saranno gli sviluppi del tasso IOER sulle riserve in eccesso (0,10%), con i tassi dei pronti contro termine e i titoli a breve termine che vengono scambiati intorno allo 0% ma che recentemente hanno visto anche rendimenti negativi.

Nonostante l’aumento nella parta alta della curva, i titoli a breve termine potrebbero tornare in territorio negativo “entro maggio”, spingendo la Fed ad agire “per mantenere tassi del mercato monetario superiori allo zero”, secondo gli analisti di Bank of America Corp (NYSE:BAC). 

Per BofA, “la Fed dovrebbe aumentare il tasso di interesse applicato sulle riserve in eccesso dello 0,05%”, ma “idealmente” allo 0,20% dal suo attuale 0,10%.