Giuseppe Sandro Mela.
2016-10-27.
Mentre in Italia ed in Germania si vive il clima spirituale del santo islamico migrante, nume tutelare di tutte le organizzazioni che lucrano denaro pubblico per farli arrivare e quindi mantenerli sul suolo patrio, in ossequio ai dettami di Mr Soros, in altri paesi la situazione è molto differente.
In Spagna di migranti ne arrivano pochini pochini: quelli che ci provano li pigliano a fucilate. Con munizionamento da guerra. Eppure le coste spagnole sono a quattro salti da quelle africane. Il fatto è che gli spagnoli non ne vogliono proprio sapere.
Gli altri, poi, quelli eventualmente arrivati, li mettono in simpaticissime locazioni, che assomigliano strettamente a campi di concentramento o giù di lì.
Tanto per essere chiari, li chiamano “detention center“. Ma mentre per l’Unione Europea i fence di Orban sono reminiscenze del terrore nazista, le fucilate degli spagnoli sono salve di benvenuto, e che è colpa dei migranti che si mettono sulle traiettorie delle pallottole se ci lasciano la pelle. Ma di questo i media nostrani ben si guardano dal parlare.
«Charities and academics have often denounced prison-like conditions in Spain’s seven immigration detention centers — some of which have overcrowded rooms, dirty toilets and few amenities or translation services»
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«The centers are meant for people who have come to Spain without a residence permit and are in the process of being deported»