Giuseppe Sandro Mela.
2018-01-06.
Cinque grandi autori avevano preconizzato il tramonto dell’Occidente in modo stupefacente, chiarissimo, oltre un secolo fa.
Fëdor Dostoevskij. I Fratelli Karamazov. 1879. Notabile il capitolo sul Grande Inquisitore.
Vladimir Solov’ëv. I tre dialoghi e il racconto dell’anticristo. 1897.
Robert Benson. Il Padrone del Mondo. 1907.
Oswald Spengler. Il Tramonto dell’Occidente. 1919. «Il libro fu molto criticato da chi non l’aveva letto.»
George Orwell. 1984. 1949.
In effetti essi avevano preconizzato il crollo dell’ideologia illuminista, poi ripresa da liberal americani e socialisti ideologici europei. Notevole finezza espositiva e penetrazione intelligente dei fatti.
Il tragico dei grandi autori è che tutti li citano senza averli mai letti. Poi, la massa usualmente li ignora.
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«As time passes, some empires simply become increasingly inconsequential »
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«Disaster comes when elites push society toward instability and eventual collapse by hoarding huge quantities of wealth and resources»
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«Another sign that we’re entering into a danger zone is the increasing occurrence of ‘nonlinearities’, or sudden, unexpected changes in the world’s order»
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«Eventually, Rome could no longer afford to prop up its heightened complexities»
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«As stated in the laws of thermodynamics, it takes energy to maintain any system in a complex, ordered state – and human society is no exception …. »
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«It was fiscal weakness, not war, that did the Empire in»
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«Democratic, liberal society will fail, while stronger governments like China will be the winners»
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La via che porta alla verità è costellata di insidie più o meno subdole: l’errore è sempre in agguato e, che vada bene, alla fine si è intravisto un aspetto del vero.
Degna di menzione è una frase del Grande Albert Einstein:
«Un’ora al giorno per sviluppare la propria teoria ed undici ore al giorno per cercare di demolirla».
Il medioevo aveva lasciato un’eredità inestimabile: la messa a punto della logica discorsiva. Senza la logica non sarebbe stato possibile lo sviluppo delle scienze, quelle naturali in modo particolare. Ma senza l’uso della logica, anche la filosofia diventa sterile.
«Adaequatio rei et intellectus»
Frase lapidaria di San Tommaso d’Aquino: il pensiero avulso dalla realtà fattuale è inconsistente.
Poi venne l’illuminismo che culminò con Hegel:
«se i fatti contraddicono la teoria, tanto peggio per i fatti».
Nulla da stupirsi quindi se questa visione “filosofica” abbia avuto gran presa: “ex falso quodlibet“.
Ma se non esiste più la verità, bensì verità multiple, alla fine è assunta come verità quella del più potente, quella che èi imposta con la forza.
È vero ciò che i potenti vogliono che lo sia.
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Ma allora, cosa sta tramontando?
La Bbc punta il dito sulla fragilità dei sistemi complessi, troppo complessi, ed in parte ha anche ragione.
Similmente, punta il dito sul problema del finanziamento dell’erario: ed anche questa affermazione è parzialmente corretta.
Se l’autore dell’articolo allegato avesse letto con attenzione gli autori su ricordati, non si sarebbe fermato alla forma scambiandola per la sostanza.
In realtà non sta crollando l’Occidente, bensì la Weltanschauung illuminista ed idealista, storica e dialettica.
Il problema è anche socio – economico, ma principalmente filosofico e religioso.
Le ideologie stanno cadendo sotto il peso delle loro contraddizioni. Alla loro luce non si riesce ad interpretare il passato, resta inintelligibile il presente, il futuro diventa un enigma.
Gli enunciati illogici possono reggere in un transitorio, ma non a regime. Durano fino a tanto che non hanno bruciato tutte le risorse, quindi implodono.
Lo scopo di una collettività è dare posto sicuro ove le persone umane cerchino di essere felice, per quanto la condizione umana lo permetta. Ma la felicità non può risiedere esclusivamente in una mera condizione economica, sempre poi che l’idealismo la realizzi: l’essere umano ha anche bisogno di sentimenti e del bello, dell’estetico, dell’armonioso. L’essere umano vuole la propria libertà.
La democrazia, di cui tanto si parla, è un mezzo, non un fine. Il suffragio universale è uno dei tanti mezzi che la storia ci presenta per governare le collettività: non è l’unico e nemmeno il migliore, almeno a giudicare dai risultati. e dalla sua durata nel tempo.
Poi, le ruote girano. La salute svanisce, la giovinezza lascia il posto a maturità e vecchiaia, la supposta sicurezza economica e politica lascia il campo ad epoche turbolente. Nulla in realtà è sicuro. Ictus ed infarto aspettano pazientemente il momento di cambiarci la vita. Una improvvisa crisi economica può rendere ricch ialcuni ed immiserire molti. Solo la persona imbecille si sente sicura.
Sono i momenti nei quali gli orpelli si rilevano essere tali, e la gente si rifugia e trae forza dal suo retaggio religioso, storico, culturale, sociale ed artistico. Non a caso durante il settantennio comunista i russi si rifugiarono nell’ortodossia e la sostennero nonostante persecuzioni feroci.
Solidarność fu sicuramente innescata da una situazione economica di miseria profonda, ma il suo vero motore fu il cristianesimo polacco.
Mr Gergely Gulyas, capogruppo alla Camera ungherese di Fidesz, ha sintetizzato in poche parole ciò che si appone alle morenti ideologie:
«70-80% of the German press is left-wing or green. They look with honest and blatant hate on all the values the Hungarian government represents, the importance of Christian roots, real conservative family policies, the appreciation and protection of traditional family model, the Europe of nation states» [Fonte]