Pubblicato in: Devoluzione socialismo

Elezioni. Seggi. Risultati parziali alle ore 12:00. PD sotto il 20%.

Giuseppe Sandro Mela.

2022-09-26.

2022-09-26__ Risultati Parziali 001

Questi sono risultati parziali, aggiornati alle ore 12:00.

Risulta evidente come il centrodestra si sia aggiudicato la maggior quota dei seggi attribuiti nei collegi uninominali.

Basterà una leggina piccina piccina che tramuti il Rosatellum in un sistema basato solo sui collegi, come è in vigore nel democratico Regno Unito.

Si noti anche il Pd sotto la soglia psicologica del 20%.

Pubblicato in: Devoluzione socialismo

Italia. Con il Rosatellum Lega e FdI da soli avrebbero la maggioranza dei seggi.

Giuseppe Sandro Mela.

2021-08-04.

2021-08-04__Sondaggi 001

«i sovranisti sarebbero la maggioranza relativa e, anche da soli, andrebbero a vincere le elezioni a patto che si votasse con il Rosatellum, l’attuale legge elettorale in vigore»

«Oltre a superare insieme il 40% relativo alla parte proporzionale della legge elettorale, Fratelli d’Italia e Lega anche senza l’apporto di Forza Italia potrebbero fare il pieno dei collegi uninominali a meno di una alleanza elettorale giallorossa»

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Sondaggi politici: bene Salvini e Meloni, i sovranisti da soli vincerebbero le elezioni

L’ultimo sondaggio politico di Swg vede in rialzo Fratelli d’Italia e Lega: Matteo Salvini e Giorgia Meloni con questi numeri potrebbero vincere le elezioni senza l’apporto di Forza Italia.

In un periodo dove molto si parla di federazione o partito unico del centrodestra, l’ultimo sondaggio politico realizzato da Swg e diffuso in data 2 agosto dal Tg La7 sorride ai sovranisti, che non sembrerebbero aver perso slancio a causa delle polemiche sul green pass.

Stando al sondaggio, Fratelli d’Italia e Lega insieme sarebbero oltre il 40%, ovvero la soglia indicata dagli esperti da superare per poter vincere le elezioni, con Forza Italia che di conseguenza non sarebbe più indispensabile per far pendere l’ago della bilancia verso destra.

In questo scenario, Giorgia Meloni sarebbe il potenziale Presidente del Consiglio, visto che dopo il sorpasso ai danni di Matteo Salvini effettuato qualche settimana fa, Fratelli d’Italia sarebbe ancora davanti al Carroccio.

In crescita ci sarebbe anche il Partito Democratico, mentre il Movimento 5 Stelle dopo il balzo nel sondaggio della scorsa settimana, viene dato ora in calo nonostante il grande impegno di Giuseppe Conte nel mediare sulla riforma della Giustizia.

Sondaggi politici: ok Salvini e Meloni

In Italia guardando ai numeri snocciolati dall’ultimo sondaggio di Swg, i sovranisti sarebbero la maggioranza relativa e, anche da soli, andrebbero a vincere le elezioni a patto che si votasse con il Rosatellum, l’attuale legge elettorale in vigore.

Oltre a superare insieme il 40% relativo alla parte proporzionale della legge elettorale, Fratelli d’Italia e Lega anche senza l’apporto di Forza Italia potrebbero fare il pieno dei collegi uninominali a meno di una alleanza elettorale giallorossa.

Con Giuseppe Conte di nuovo in campo, soltanto con un patto tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle ci potrebbe essere partita: decisivi a quel punto sarebbero i collegi al Sud, dove i pentastellati però non sembrerebbero avere la stessa forza del 2018.

Nel mezzo poi ci sono i moderati, che stando al sondaggio solo con una grande alleanza potrebbero portare una buona rappresentanza in Parlamento: Azione al momento sarebbe oltre la soglia di sbarramento del 3%, ma dopo la sforbiciata del referendum andrebbe a eleggere giusto un manipolo di deputati e senatori.

Con Italia Viva e +Europa invece lontani dall’asticella, una unione delle forze magari coinvolgendo pure gli scissionisti azzurri di Coraggio Italia, potrebbe portare questo corpaccione centrista vicino alla doppia cifra.

Stesso discorso per le varie forze di sinistra, ora divise ma destinate comunque a coalizzarsi quando si avvicineranno le elezioni: in caso di una alleanza PD-M5S, potrebbero essere loro la terza gamba di una coalizione giallorossa.

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Italia. Riforma elettorale. Elezioni. Possibili scenari.

Giuseppe Sandro Mela.

2020-07-14.

2020-07-12__Sondaggio 013

«dal 27 luglio alla Camera si tornerà a discutere di legge elettorale»

«il 20 e 21 settembre gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sul taglio dei parlamentari nel referendum costituzionale confermativo»

«Con la soglia del 3% Calenda entrerebbe in Parlamento, Renzi no»

«Abbiamo simulato la distribuzione dei seggi di Camera e Senato a partire dai sondaggi elettorali realizzati dal 2 maggio al 9 luglio per un numero complessivo di circa 25.000 interviste, ponderate sulla base dei dati delle intenzioni di voto più recenti che fanno registrare la seguente graduatoria: Lega (25,5%), Pd (20%), M5S (18,1%), FdI (16,4%), FI (7,7%), Azione (3%).»

«Il primo scenario prende in considerazione la legge elettorale attuale e un’offerta politica con le coalizioni di centrodestra e centrosinistra e il M5S che si presenta da solo …. Il centrodestra avrebbe una maggioranza schiacciante sia alla Camera, sia al Senato, ottenendo rispettivamente 391 deputati e 201 senatori»

«Il secondo scenario prevede il voto con il Rosatellum e un’alleanza tra centrosinistra e M5S. Anche in questo caso il centrodestra si affermerebbe, ma con un vantaggio più contenuto: 339 seggi a 285 alla Camera e 174 a 136 al Senato»

«Il terzo scenario prevede l’adozione del Germanicum, quindi un sistema proporzionale puro, con la soglia di sbarramento al 5% nazionale o il 15% in una regione e la riduzione dei parlamentari…. Forza Italia sarebbe decisiva nella formazione di un governo, dato che Lega e FdI nell’insieme raggiungerebbero 191 seggi alla Camera e 94 al Senato, quindi meno dei 201 e 101 seggi che rappresentano la maggioranza delle nuove Camere»

«L’ultimo scenario ipotizza il Germanicum con l’abbassamento della soglia di sbarramento al 3% nazionale (mantenendo quella del 15% in una regione): al momento solamente Azione di Carlo Calenda è accreditata del 3%, ma il quadro complessivo non cambierebbe: la maggioranza andrebbe a Lega, FdI e FI»

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Se il centrodestra restasse unito andrebbe meglio con il Rosatellum, ma vincerebbe anche con il Germanicum.

Al momento attuale il centrosinistra sembrerebbe non poter ottenere i numeri per formare una maggioranza.

Un rebus è cosa voglia fare Renzi.

Se appoggiasse il Germanicum con le soglie, sarebbe estromesso dal parlamento. Che si unisca ad una coalizione sarebbe possibile, ma al momento poco probabile.

Se volesse cercare di sopravvivere, dovrebbe determinare una crisi di governo: visto che in ogni caso il centrodestra subentrerebbe al governo, potrebbe essere meglio avere qualche deputato e senatore che nessuno.

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Sondaggi, oggi il centrodestra vincerebbe le elezioni. Ma con il proporzionale decisiva FI

Con l’attuale Rosatellum la coalizione staccherebbe Pd e M5S. Nel proporzionale, previsto dal sistema Germanicum, il partito di Berlusconi sarebbe l’ago della bilancia. Con la soglia del 3% Calenda entrerebbe in Parlamento, Renzi no.

Sono trascorsi poco più di due anni dalle elezioni politiche del 2018, non siamo ancora giunti a metà della legislatura, eppure sembra trascorsa un’eternità. I rapporti di forza tra i partiti sono profondamente cambiati, basti pensare all’esito delle elezioni europee dello scorso anno e ai successivi andamenti delle intenzioni di voto misurate dai sondaggi, soprattutto dopo il cambio della maggioranza di governo dell’estate scorsa e con l’impatto dell’emergenza sanitaria sul clima sociale. Inoltre, la composizione del Parlamento è oggi diversa da quella uscita dalle elezioni a seguito della formazione di nuovi soggetti politici e del «cambio di casacca» di diversi parlamentari.

Nel dibattito attuale spesso si evoca l’ipotesi di nuove elezioni, ipotesi che presenta due incognite di non poco conto: la legge elettorale e la composizione del Parlamento. Infatti, dal 27 luglio alla Camera si tornerà a discutere di legge elettorale e il 20 e 21 settembre gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sul taglio dei parlamentari nel referendum costituzionale confermativo. Se venisse approvata la riforma costituzionale, la Camera perderebbe 230 deputati e il Senato 115 senatori. E se venisse introdotta la legge elettorale denominata Germanicum, si passerebbe a un sistema proporzionale puro, venendo meno la quota maggioritaria prevista dal Rosatellum. Quale Parlamento potremmo avere nei diversi scenari? Abbiamo simulato la distribuzione dei seggi di Camera e Senato a partire dai sondaggi elettorali realizzati dal 2 maggio al 9 luglio per un numero complessivo di circa 25.000 interviste, ponderate sulla base dei dati delle intenzioni di voto più recenti che fanno registrare la seguente graduatoria: Lega (25,5%), Pd (20%), M5S (18,1%), FdI (16,4%), FI (7,7%), Azione (3%). In tutti gli scenari considerati, il voto all’estero è stato stimato a partire dai risultati ufficiali del 2018 simulando tendenze di voto analoghe a quelle rilevate oggi in Italia.

Il primo scenario prende in considerazione la legge elettorale attuale e un’offerta politica con le coalizioni di centrodestra e centrosinistra e il M5S che si presenta da solo. La distribuzione dei seggi per singolo partito della parte maggioritaria tiene conto degli attuali rapporti di forza tra i partiti alleati nelle due coalizioni. Il centrodestra avrebbe una maggioranza schiacciante sia alla Camera, sia al Senato, ottenendo rispettivamente 391 deputati e 201 senatori. Lega e FdI vedrebbero aumentare significativamente la loro presenza in Parlamento e teoricamente potrebbero ottenere la maggioranza rinunciando a Forza Italia, ma in tal caso si porrebbe un problema «politico», dato che verrebbe meno l’alleanza con cui si sono presentati alle elezioni (come peraltro già avvenuto con il governo gialloverde).

Il secondo scenario prevede il voto con il Rosatellum e un’alleanza tra centrosinistra e M5S. Anche in questo caso il centrodestra si affermerebbe, ma con un vantaggio più contenuto: 339 seggi a 285 alla Camera e 174 a 136 al Senato.

Il terzo scenario prevede l’adozione del Germanicum, quindi un sistema proporzionale puro, con la soglia di sbarramento al 5% nazionale o il 15% in una regione e la riduzione dei parlamentari. In questa ipotesi accederebbero in Parlamento solo 6 forze politiche. Forza Italia sarebbe decisiva nella formazione di un governo, dato che Lega e FdI nell’insieme raggiungerebbero 191 seggi alla Camera e 94 al Senato, quindi meno dei 201 e 101 seggi che rappresentano la maggioranza delle nuove Camere.

L’ultimo scenario ipotizza il Germanicum con l’abbassamento della soglia di sbarramento al 3% nazionale (mantenendo quella del 15% in una regione): al momento solamente Azione di Carlo Calenda è accreditata del 3%, ma il quadro complessivo non cambierebbe: la maggioranza andrebbe a Lega, FdI e FI.

Insomma, pur con tutte le cautele del caso — tenuto conto che incertezza / astensionismo e mobilità elettorale si mantengono molto elevate e si ignora l’offerta politica definitiva (è probabile che le forze minori si possano aggregare per superare le soglie) — il centrodestra è accreditato ad avere la maggioranza. Il Germanicum sembra attribuire il ruolo dell’ago della bilancia a Forza Italia che, nonostante il forte calo di consensi rispetto al 2018, potrebbe acquisire una nuova centralità negli scenari politici futuri. A conferma che i voti si pesano, non si contano. E la politica è sempre più l’arte del possibile, la scienza del relativo, come diceva von Bismarck, un germanico autentico.

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Italia. Prospezioni con il Rosatellum. Cdx a 416/630 deputati.

Giuseppe Sandro Mela.

2019-06-14.

I sondaggi elettorali nazionali forniscono risultati espressi in termini percentuali.

Questi risultati sono sicuramente di interesse, ma sono anche alquanto ingannatori.

La legge elettorale, il Rosatellum, è infatti un misto di votazioni nei collegi e riparto proporzionale: di conseguenza il mero dato percentuale non fornisce indicazioni sul numero di seggi conseguibile.

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Il Rosatellum ha la seguente caratteristica:

L’impianto della legge è identico a meno di dettagli alla Camera e al Senato e si configura come un sistema elettorale misto a separazione completa.

Per entrambe le camere:

– il 37% dei seggi (232 alla Camera e 116 al Senato) è assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali: in ciascun collegio è eletto il candidato più votato, secondo un sistema noto come first-past-the-post;

– il 61% dei seggi (rispettivamente 386 e 193) sono ripartiti proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali; il riparto dei seggi è effettuato a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato; a tale scopo sono istituiti collegi plurinominali nei quali le liste si presentano sotto forma di listini bloccati di candidati;

– il 2% dei seggi (12 deputati e 6 senatori) è destinato al voto degli italiani residenti all’estero e viene assegnato con un sistema proporzionale.

– Vi sono infine soglie di sbarramento.

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2019-06-09__Rosatellum__001

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Alla Camera, una coalizione di centrodestra otterrebbe 418 / 630 seggi, ossia una maggioranza di 109 deputati.

Al Senato invece, una coalizione di centrodestra otterrebbe 208 / 316 seggi, ossia una maggioranza di 47 senatori.

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Questi risultati sono di grande interesse, anche per un risvolto sostanziale.

L’art 138 della Costituzione recita :

«Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non e` approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.»

Orbene, essendo la camera composta da 630 membri, i 2/3 corrispondono a 420 seggi, mentre per il senato i 2/3 corrispondono a 210 senatori.

Se il centrodestra aumentasse anche solo di pochissimo il consenso popolare, potrebbe varare leggi di riforma della costituzione senza nemmeno dover sottoporre il teso al referendum.

Pubblicato in: Devoluzione socialismo, Unione Europea

Italia. Il centrodestra ha la maggioranza assoluta in Camera e Senato.

Giuseppe Sandro Mela.

2019-04-29.

2019-04-23__Bimedia__001

Secondo un sondaggio elettorale che computa le propensioni al voto collegio per collegio, il centrodestra otterrebbe alla Camera 385 seggi, il centrosinistra 113, ed il M5S 105. Il Movimento 5 Stelle nel maggioritario: passerebbe infatti dai 92 collegi conquistati nel 2018 agli attuali 16.

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Il centrodestra otterrebbe nei collegi uninominali 190 seggio , contro gli 11 del centrosinistra ed i 16 del M5S. 15 collegi sono in toss-up, ossia indecidibili.

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Ricordiamo come con la nuova legge elettorale, per entrambe le camere:

– il 37% dei seggi (232 alla Camera e 116 al Senato) è assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali: in ciascun collegio è eletto il candidato più votato, secondo un sistema noto come first-past-the-post;

– il 61% dei seggi (rispettivamente 386 e 193) sono ripartiti proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali; il riparto dei seggi è effettuato a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato; a tale scopo sono istituiti collegi plurinominali nei quali le liste si presentano sotto forma di listini bloccati di candidati.

La camera dei deputati ha 630 seggi, essendo 316 la maggioranza.

Il senato ha invece 320 seggi, essendo 161 la maggioranza.

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Rosatellum bis. Gli strani effetti della nuova legge elettorale.

Elezioni 4 Marzo. Rosatellum potrebbe beffare il Pd.

La Legge 3 novembre 2017, n. 165, «Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali. (17G00175) (GU Serie Generale n.264 del 11-11-2017)» ha variato il sistema elettorale per le elezioni di camera e senato.

Tale legge prende confidenzialmente nome di Rosatellum, dal nome del deputato che lo ha proposto.

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Premettiamo immediatamente come non esista un sistema elettorale perfetto, e molto giocano le tradizioni. Le elezioni su base di collegi uninominali è tipica del Regno Unito, dove pur con variazioni è in vigore da secoli.

Lo scopo di un sistema elettorale dovrebbe essere quello di contemperare la volontà popolare con l’esigenza di arrivare a fare un governo legalmente in carica, operativo.

Quando si fosse in presenza di uno o due partiti largamente rappresentati dovrebbe essere alquanto facile che un partito possa ottenere la maggioranza dei seggi.

I problemi emergono invece quando il quadro politico fosse frammentato, con molti partiti ciascuno dei quali con bassa percentuale di consensi: sotto questa condizione il sistema proporzionale di ripartizione dei seggi produce situazioni inconsistenti, ingovernabili.

In tale evenienza può essere utile la presentazione in sede elettorale di coalizioni di partiti, costituite prima e non dopo le elezioni. L’attuale danza delle coalizioni cui stiamo assistendo in Germania è tutto tranne che espressione di democrazia: gli elettori hanno votato al buio.

Il sistema elettorale francese è da questo punto di vista consente di arrivare sempre ad eleggere un governo, anche se percentualmente non maggioritario: è una caratteristica neutra, vista bene o male a seconda dell’ottica usata.

Il Rosatellum ha la seguente caratteristica:

L’impianto della legge è identico a meno di dettagli alla Camera e al Senato e si configura come un sistema elettorale misto a separazione completa.

Per entrambe le camere:

– il 37% dei seggi (232 alla Camera e 116 al Senato) è assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali: in ciascun collegio è eletto il candidato più votato, secondo un sistema noto come first-past-the-post;

– il 61% dei seggi (rispettivamente 386 e 193) sono ripartiti proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali; il riparto dei seggi è effettuato a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato; a tale scopo sono istituiti collegi plurinominali nei quali le liste si presentano sotto forma di listini bloccati di candidati;

– il 2% dei seggi (12 deputati e 6 senatori) è destinato al voto degli italiani residenti all’estero e viene assegnato con un sistema proporzionale.

– Vi sono infine soglie di sbarramento.

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Italia. Sondaggi. Centrodestra al 44.9% supera la soglia critica.

Giuseppe Sandro Mela.

2018-10-16.

2018-10-16__Italia_Sondaggi__001

Termometro Politico ha rilasciato un interessante report sui sondaggi elettorali condotti nell’ultimo anno, in cui pubblica una meta-analisi dei dati. In parole povere anche se riduttive, riporta le medie settimanali dei risultati ottenuti dai diversi istituti che eseguono sondaggi.

Il Report è aggiornato al 13 ottobre.

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Lega 48% nel nord-est, 43% nord-ovest, 25.4% centro-sud.

Rosatellum e le conseguenze delle ultime prospezioni elettorali.

Due sono i risultati da evidenziare.

– In questo tipo di grafico usualmente interessa verificare più il trend che i valori numerici. Il centrodestra ha un andamento in lenta ma continua crescita, mentre il centrosinistra ha andamento opposto: una lenta ma continua discesa.

– Il centrodestra ha superato in modo stabile la soglia del 43% ed appare sicuramente vincente nel Nord Italia, ma tiene anche dignitosamente nel Meridione, con un 25.4% che lo piazza ben al di sopra di quanto ottenga il centrosinistra in quelle regioni.

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La soglia del 43% è quella comunemente ritenuta essere la percentuale minima al di sopra della quale la formazione politica che la ottiene consegue la maggioranza dei seggi in parlamento ed in senato.

Tenendo conto che il Rosatellum attribuisce parte dei seggi sulla base di collegi elettorali, sarà importante valutare appieno i risultati che verranno dalle elezioni in Abruzzo e nel Trentino Alto Adige e fine mese. Se, come sembrerebbe possibile, il centrodestra si affermasse almeno come formazione di maggioranza relativa, allora la copertura dei collegi sarebbe quasi completa a livello nazionale.

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Elezioni 4 Marzo. Rosatellum potrebbe beffare il Pd.

Giuseppe Sandro Mela.

2018-01-01.

Gufo_019__

La Legge 3 novembre 2017, n. 165, «Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali. (17G00175) (GU Serie Generale n.264 del 11-11-2017)» ha variato il sistema elettorale per le elezioni di camera e senato.

Tale legge prende confidenzialmente nome di Rosatellum, dal nome del deputato che lo ha proposto.

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Premettiamo immediatamente come non esista un sistema elettorale perfetto, e molto giocano le tradizioni. Le elezioni su base di collegi uninominali è tipica del Regno Unito, dove pur con variazioni è in vigore da secoli.

Lo scopo di un sistema elettorale dovrebbe essere quello di contemperare la volontà popolare con l’esigenza di arrivare a fare un governo legalmente in carica, operativo.

Quando si fosse in presenza di uno o due partiti largamente rappresentati dovrebbe essere alquanto facile che un partito possa ottenere la maggioranza dei seggi.

I problemi emergono invece quando il quadro politico fosse frammentato, con molti partiti ciascuno dei quali con bassa percentuale di consensi: sotto questa condizione il sistema proporzionale di ripartizione dei seggi produce situazioni inconsistenti, ingovernabili.

In tale evenienza può essere utile la presentazione in sede elettorale di coalizioni di partiti, costituite prima e non dopo le elezioni. L’attuale danza delle coalizioni cui stiamo assistendo in Germania è tutto tranne che espressione di democrazia: gli elettori hanno votato al buio.

Il sistema elettorale francese è da questo punto di vista consente di arrivare sempre ad eleggere un governo, anche se percentualmente non maggioritario: è una caratteristica neutra, vista bene o male a seconda dell’ottica usata.

Il Rosatellum ha la seguente caratteristica:

L’impianto della legge è identico a meno di dettagli alla Camera e al Senato e si configura come un sistema elettorale misto a separazione completa.

Per entrambe le camere:

– il 37% dei seggi (232 alla Camera e 116 al Senato) è assegnato con un sistema maggioritario a turno unico in altrettanti collegi uninominali: in ciascun collegio è eletto il candidato più votato, secondo un sistema noto come first-past-the-post;

– il 61% dei seggi (rispettivamente 386 e 193) sono ripartiti proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che abbiano superato le previste soglie di sbarramento nazionali; il riparto dei seggi è effettuato a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato; a tale scopo sono istituiti collegi plurinominali nei quali le liste si presentano sotto forma di listini bloccati di candidati;

– il 2% dei seggi (12 deputati e 6 senatori) è destinato al voto degli italiani residenti all’estero e viene assegnato con un sistema proporzionale.

– Vi sono infine soglie di sbarramento.

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Delle molte caratteristiche del Rosatellum ne vorremmo ricordare alcune, tenendo però presente che esistono delle soglie.

– Un partito percentualmente minuscolo ma fortemente concentrato potrebbe conquistare deputati e senatori nei collegi ove fosse presente, indipendentemente dalla minima rappresentanza nazionale.

– I seggi uninominali sono attribuiti al partito di maggioranza relativa. Un partito uniformemente distribuito sul territorio nazionale con una proiezione media del 40% potrebbe conquistarsi anche tutti i 232 collegi per la camera ed i 116 seggi per il senato, più ovviamente la quota proporzionale.

– I partiti sotto la proiezione del 25% – 20% corrono il serio rischio di non riuscire a prendere nemmeno un deputato o senatore nei collegi uninominali.

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2017-12-31__Proiezioni_Italia__001

Negli ultimi sondaggi elettorali eseguiti, il partito democratico prosegue la discesa iniziata da tempo, dal pregresso 41%, che gli avrebbe fruttato la maggioranza assoluta in camera e senato.

Le ultime rilevazioni lo stimerebbero attorno al 23.5%, 25.0%, 23.7% e 22.8%.

Il Pd sta pericolosamente entrando in una zona di percentuale di consenso che con il Rosatellum potrebbe penalizzarlo ed anche in modo severo. Se così fosse, potrebbe conquistare molti collegi dell’Emilia-Romagna e della Toscana, meno nell’Umbria, ma altrove correrebbe il serio pericolo di non ottenerne alcuno.

2017-12-31__Proiezioni_Italia__002

Anche presentandosi in una coalizione di sinistra le cose non andrebbero molto meglio. Le ultime proiezioni darebbero percentuali attese di voto in costante calo nel tempo, attestatesi al momento di scrivere questo articolo attorno al 26%. Un risultato che si prospetta possibile ed anche alquanto probabile è un partito democratico con meno di cento deputati.

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Ci sono ancora due mesi di tempo, e molte situazioni potrebbero cambiare, anche se i trend sembrerebbero essere robusti. Di certo, non esistono più a livello europeo partiti socialisti che possano dare una mano al Pd.

Il quadro parlamentare italiano potrebbe uscirne anche molto differente da quello cui si era abituati.

Si ricordino, per analogia, i risultati delle elezioni francesi per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale.

Il Front National conseguì nel primo turno il 13.20% dei voti. Al secondo turno, quello definitivo, riuscì a conquistare 8 seggi su 577. Se il sistema elettorale fosse stato un proporzionale puro, avrebbe conseguito almeno una sessantina di deputati.

Similmente, al primo turno La République en Marche! ottenne il 28.21% dei voti, ed al secondo turno si vide attribuiti 308 / 577 seggi.

Il sistema elettorale francese ha permesso di formare un governo legalmente stabile anche se le frequenze percentuali dei partiti in gioco erano relativamente basse: questo è un grande merito del legislatore francese.