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Epifania. Un tema che punteggia l’evoluzione pittorica. Galleria.

Giuseppe Sandro Mela.

2020-01-06.

2020-01-06__ Giotto 001

Treccani ci fornisce la descrizione del termine ‘Epifania’.

«[dal lat. tardo epiphanīa, gr. ἐπιϕάνεια, in origine agg. neutro pl., «(feste) dell’apparizione» e quindi «manifestazione (della divinità)», da ἐπιϕανής «visibile», der. di ἐπιϕαίνομαι «apparire»]. ….  La festività, che ricorre il 6 gennaio, in cui si commemora la visita dei re Magi a Gesù in Betlemme; …. Il termine, che nel mondo religioso greco indicava le azioni con cui la divinità si manifestava, passò nel mondo cristiano a designare la celebrazione delle principali manifestazioni della divinità di Gesù Cristo (battesimo nel Giordano, adorazione dei Magi e primo miracolo), restringendosi nella Chiesa occidentale e nella tradizione popolare a indicare la venuta e l’adorazione dei Magi.»

Questa festa è particolarmente cara a tutti gli eminenti pittori perché consente di esprimere nello stesso contesto sia la divinità di Nostro Signore, sia la Sacra Famiglia, sia infine il mondo che assiste all’evento.

È un ottimo tema per gustarsi le rappresentazioni tardo medievali ed inizio rinascimentali. I sommi pittori furono sicuramente figli dei propri tempi, ma agirono anche con la forza del bello a modificarne gli indirizzi.

2020-01-06__ Giotto 002

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Giotto ha affrescato almeno due celebri Epifanie.

Nella prima, si noti lo scarno contesto ieratico, e le figure tutte di profilo, tranne il palafreniere, raffigurato con un volto affrescato in modo magistrale.

Nella seconda scompare la tettoia, rimpiazzata da una architettura davvero molto elaborata. A sinistra, inizia a far capolino il mondo dell’epoca: povere tuniche di gente comune.

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2020-01-06__ 001 Adorazione dei magi Masaccio

Con il Masaccio la figura della Beata Vergine si staglia a sinistraper il manto celeste, ma il mondo compare in netta evidenza a destra. Vestiti secondo l’epoca dell’artista, con vesti per quei tempi ricercate. Tranne San Giuseppe ed un’altra figura, tutti rappresentati di profilo, quasi in processione.

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2020-01-06__ 002 Adorazione dei magi Botticelli

Con Botticelli il quadro muta, quasi improvvisamente. Il Bambino e la Madonna sono messi in posizione preminente, in una costruzione diroccata a testimonianza del mondo transeunte. Ma tutto attorno il mondo rifulge nel suo attuale splendore. Vesti complesse e suntuose, a destra ed a sinistra due figure rappresentate a pieno volto, in posizioni naturali. Emblematica la figura a destra: sguardo fiero, conscio del proprio intrinseco valore. Adorazione sì, ma da parte di un mondo sfarzoso. Alla fine, il soggetto che più spicca è la figura centrale, con il manto rosso ben drappeggiato.

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2020-01-06__ 003 Adorazione dei magi Leonardo

Leonardo. È incredibile la forza di questo bozzetto, che rimette la Sacra Famiglia al posto centrale, circondata da volti stupefatti per l’evento.

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2020-01-06__ 004 Adorazione dei magi Duerer

Il Dürer ripropone la centralità del Bambino e la maestosa figura della Madonna, ma i Magi sono rappresentati in vesti sfarzose, estremamente ricercate, testimonianza di dovizie, e spicca la figura del giovane negro: una delle prime a comparire nella pittorica rinascimentale. Dietro, come sfondo, le solite rovine di un mondo corrotto.

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2020-01-06__ 005 Adorazione dei magi Ghirlandaio

Con il Ghirlandaio il quadro si evolve: si noti la differenza tra il primo ed il secondo quadro. Qui la Madonna ed il Bambino sono incastonati tra una congerie di figure mondane. Pur conservando la posizione centrale, la Sacra Famiglia è quasi l’evento scatenante il tripudio delle forme e dei colori mondani. Per quanto di ottima fattura, queste fotografie certo non rendono appieno ciò che si può gustare vedendole di persona. Sono l’apoteosi della Weltanschauung medievale.

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2020-01-06__ 006 Adorazione dei magi Velasquez

Ma è con il Velasquez che l’Epifania assume una nuova, inedita dimensione. Non sono le figure, ma la luce che ascrive alla Madonna ed al Bambino il ruolo dominante. Il mondo è scomparso: resta solo l’intimità di una Sacra Famiglia, ove le candide vesti del Cristo diventano punto centrale: non sono drappeggiate, mentre lo sono le vesti della Beata Vergine. Tutti gli sguardi sono focalizzati sulle loro figure, e la Madonna è quasi mesta, con umana ritrosia a questo assembramento di persone adoranti. L’Epifania è rappresentata come evento familiare, nella sua piena religiosità.

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2020-01-06__ 007 Adorazione dei magi Caravaggio

Ma è il Caravaggio a raffigurare l’evento nella sua cruda realtà. Scomparsi tutti gli orpelli, la stalla è tornata ad essere una stalla, con pareti fatte da assi sgangherate.

Luci e colori ripropongono la Beata Vergine ed il bambinello.

Rispetta nella lettera e nella sostanza i Vangeli.

«Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra»

Prima adorano, poi, e solo poi, offrono doni terreni.

Il mondo resta nella sua reale dimensione:

«Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.»

Infatti Erode fece seguire la strage degli innocenti: questo è il mondo, nella sua malvagità.

Il punto nodale per comprendere l’innovazione del Caravaggio è ricordare il Vangelo secondo Luca.

«C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e pace in terra agli uomini che egli ama».

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.»

Alla nascita del Cristo l’Angelo di Dio fu mandato ai pastori, che credettero, ed andarono ad adorarlo per primi.

Ci si pensi bene.

A quei tempi i pastori erano per maggior quota delinquenti ricercati, che cercavano di sopravvivere rifugiandosi negli eremitaggi dei pascoli. La loro testimonianza non era ammessa nei tribunali israeliti.

Bene. L’Angelo di Dio annuncia proprio a questi la nascita di Gesù, e questi credono a quanto loro detto, al punto da sfidare la sorte ed andare nella città ad adorare il Bimbo: avrebbero potuto essere arrestati. L’Angelo non va dai potenti o dai sapienti: va proprio da questa feccia umana e la converte.

Orbene. Il Merisi, il Caravaggio, elimina dal quadro dell’Epifania il mondo e si riporta al testo evangelico, nella sua crudezza.

Prima si dipinge nella mente, poi, molto dopo, con colori e pennelli.