Giuseppe Sandro Mela.
2019-07-11.
Le ultime elezioni, sia quelle europee sia quelle politiche nei singoli stati, hanno indotto una mutazione sostanziale del quadro politico europeo.
Si stanno scontrando due opposti modi di concepire l’Unione Europea.
Le elezioni europee hanno visto i partiti tradizionali perdere una quarantina di seggi ciascuno, e con essi la maggioranza. Questa può essere raggiunta solo con il contributo dei liberal e dei verdi, recependo quindi, sia pure parzialmente, le loro istanze.
Nelle passate gestioni era stato messo a punto il metodo dello Spitzenkandidat, secondo il quale Commissione ed europarlamento uscente avrebbe potuto designare l’eurodirigenza subentrante, dando per scontato che la situazione politica restasse immutata.
Nel Consiglio Europeo, ossia l’assemblea dei capi di stato o di governo, i paesi ad impronta identitaria sovranista non raggiungono la maggioranza, ma dispongono di una minoranza che è in grado di porre il veto: molte decisioni devono infatti essere prese alla unanimità e molte altre ancora a maggioranza qualificata.
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Allo stato attuale, il Consiglio Europeo è di fatto una confederazione di stati: un’Europa delle Nazioni.
Così gli identitari sovranisti hanno bocciato dapprima la candidatura di Herr Weber, quindi quella di Herr Timmernmanns. Hanno appoggiato la nomination di Frau Ursula von der Leyen dietro l’assicurazione che questa non avrebbe interferito nei problemi interni, non avrebbe avallato il rule of law né la presenza delle ngo, oppure misure contro l’economica del carbone, per non parlare poi degli lgbt, etc.
La von der Leyen ha ottenuto la nomination sotto queste clausole.
Gli europarlamentari se la sono legata al dito. Quello che una volta era il loro alleato, il Consiglio Europeo, è diventato il loro nemico: la entità che blocca la strada all’attuazione dello stato europeo guidato da codesto europarlamento.
È sequenziale che gli eurodeputati schiumino di rabbia impotente nei confronti degli identitari sovranisti.
Gran brutta bestia la superbia. Porta a credere che la propria volontà possa essere onnipoente. Ma quando i fatti o gli ‘altri‘ la conculcano, la superbia genera un odio esistenziale. Gli ‘altri‘ transitano da avversari politici a nemici mortali, nemici da sterminare. Ma quando ciò non siamo materialmente possibile, ecco che si genera una sordida rabbia ompotente.
Mettendosi sotto i piedi i regolamenti parlamentari, questi europarlamentari hanno impedito l’accesso alle cariche di nomina parlamentare agli identitari sovranisti, ma la guerra prosegue imperterrita. Il vero potere non risiede in quelle cariche.
Se l’europarlamento ratificasse la nomina di Frau von der Leyen accetterebbe di fatto la sua sconfitta strategica ed il trionfo dell’Europa delle Nazioni.
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«The Greens of the European parliament will not back Ursula von der Leyen nomination to become the next European Commission president»
«The decision comes after Green MEPs were left unsatisfied with the German defence minister’s responses in a hearing with the group»
«The statements of Ursula von der Leyen were disappointing. We did not hear any concrete proposal, be it on rule of law or on climate. We have been elected on a mandate for change and we don’t see how change will be possible with this candidate»
«only a few weeks after the climate elections …. von der Leyen is ignoring the climate emergency and even wants to aim for lower climate targets than previously agreed by the European Parliament»
«To secure a broad majority in the 751-seat European Parliament in next week’s vote to be approved as commission president, von der Leyen needs the support of the fourth largest group – the 74 Green MEPs»
«The Greens’ move could sway the mood even further against von der Leyen among the Socialists, some of whom are already sceptical about von der Leyen and are upset about EU leaders disregard for the lead candidate process»
«The 60-member ECR, with whom von der Leyen met with on Tuesday, will decide next Monday whether to support the German minister for the commission top post.»
«But Polish members have also indicated they might reject her because the Polish ruling party, Law and Justice’s candidates for parliament committee jobs were voted down earlier on Wednesday»
«Green MEPs grilled her on climate, trade, taxes and rule of law. The president of the European Commission needs to be the guardian of the rule of law and European values. Ursula von der Leyen evaded our questions on the rule of law and democracy in Europe. This is a major shortcoming on one of the main questions that the EU is confronted with»
«But she evaded questionson whether she would expel Hungary’s ruling Fidesz party from the centre-right European People’s Party (EPP), to which she belongs»
«Von der Leyen also refused to answer when MEP Sven Giegold asked if she would hold onto Martin Selmayr, the commission’s chief civil servant»
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