Giuseppe Sandro Mela.
2019-07-03.
«E’ il gip di Ischia Alberto Capuano il giudice finito in carcere nell’ambito di un’indagine anti corruzione della procura di Roma in cui sarebbero emersi dei collegamenti con la camorra»
«Il magistrato, 60 anni, è in servizio presso la sede distaccata sull’isola del tribunale di Napoli ed è stato arrestato assieme al consigliere circoscrizionale della X municipalità di Bagnoli (Napoli), Antonio di Dio, all’imprenditore Valentino Cassini e al pregiudicato Giuseppe Liccardo, ritenuto da investigatori ed inquirenti vicino al clan Mallardo di Giugliano»
«Gli indagati devono rispondere a vario titolo, per corruzione nell’esercizio della funzione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e in atti giudiziari, traffico di influenze illecite, millantato credito, tentata estorsione e favoreggiamento personale»
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«L’Associazione nazionale magistrati (Anm) propone al Comitato Direttivo Centrale “il deferimento di Fuzio al collegio dei probiviri dell’Anm”.»
«”Le dettagliate notizie di stampa pubblicate ieri, riguardanti il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, fanno emergere un nuovo, sconcertante episodio nel quadro già molto grave emerso dagli atti dell’indagine della Procura della Repubblica di Perugia”»
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È difficile trovare parole sufficientemente disdicevoli per dipingere quanto stia emergendo dalle indagini sulla magistratura.
Che un gip sia colluso con la mafia e che persino il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione sia accusato di corruzione sono fatti di inusitata gravità.
A nostro sommesso parere, l’autoreferenzialità della magistratura italiana è un meccanismo che deve essere riformato.
Un esempio potrebbe essere la Giustizia tedesca.
«tutti i giudici ordinari vengono nominati dai singoli ministeri o dal Gabinetto di Stato senza partecipazione alcuna di “membri togati”, ossia da collegi elettivi composti da giudici.»
«ogni giudice in merito alla carriera giudiziaria è totalmente dipendente dalla volontà ministeriale.»